GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale
GNGTS 2014 S essione 2.3 337 dettate dalle Linee Guida e nei tempi previsti, le azioni per la redazione del Piano, la Regione potrà intervenire verso il Comune attraverso l’esercizio dei poteri sostitutivi ovvero attraverso la sospensione della possibilità di accedere, da parte dei comuni inadempienti, a finanziamenti strutturali finalizzati alla riduzione del rischio e alla messa in sicurezza del sistema di gestione dell’emergenza e degli edifici strategici e/o rilevanti. Le Linee Guida sono composte da tre parti: • nella prima parte, “riferimenti e metodologie”, sono evidenziati gli obiettivi del piano, i soggetti che ne fanno parte, le sue componenti e gli elaborati obbligatori da produrre. • nella seconda parte, “schede tecniche per la compilazione del piano”, sono indicate tutte le informazioni rilevanti concernenti le diverse componenti del piano, strutturate secondo schede tecniche all’interno delle quali sono analiticamente indicati gli elementi informativi minimi che ciascun comune deve fornire. • nella terza parte “schemi di ordinanza” sono riportare gli schemi di ordinanza contingibili e urgenti che il sindaco potrà utilizzare nelle diverse situazioni di emergenza, nonché lo schema di deliberazione consigliare del piano. Il Piano deve contenere in maniera chiara: • le informazioni relative alle caratteristiche del territorio; tali informazioni sono necessarie, particolarmente in presenza di eventi che richiedano l’intervento coordinato di soggetti ed enti diversi da quelli dell’amministrazione comunale, per permettere un intervento calibrato sulla specifica realtà territoriale; • le informazioni relative alle condizioni di pericolosità e rischio effettivamente agenti sul territorio fra i quali il Rischio Sismico; • la Condizione Limite dell’Emergenza; • il modello organizzativo che localmente viene adottato per la gestione delle emergenze; • il quadro delle risorse disponibili a livello locale per la gestione delle emergenze; • le procedure mediante le quali si intende operare nella gestione delle emergenze; • il quadro delle azioni da porre in essere in “tempo di pace” per garantire una adeguata preparazione all’emergenza sia della popolazione potenzialmente coinvolta che dei soggetti operativi chiamati a intervenire nella gestione dell’evento. È opportuno, in linea generale, fare riferimento a due diversi profili di evento che, per livello di intensità e danni attesi conseguenti, richiedono livelli di intervento differenti: • scenario per evento ricorrente: evento caratterizzato da una frequente ricorrenza che causa di danni anche significativi ma gestibili dal Comune con limitato supporto esterno. Questa tipologia di evento è identificabile sulla base degli accadimenti pregressi; • scenario per evento massimo atteso: evento straordinario, di estensione e intensità rilevanti, per la gestione del quale è richiesto il concorso di Soggetti ed Enti diversi dal Comune. Linee guida della regione Lazio per i piani di emergenza comunali: microzonazione sismica. L’evento sismico è il più importante fra gli eventi improvvisi e come tale comporta, ancor più che per gli altri rischi, la necessità di un’accurata ed estesa opera di prevenzione del rischio per la tutela della pubblica incolumità e per il contenimento dei danni. La gestione dell’emergenza viene coordinata dalla Regione laddove l’evento, per energia rilasciata e impatto sul territorio e sulle attività antropiche, non si configura a livello nazionale. In caso contrario l’emergenza sarà gestita in coabitazione con il DPC. In entrambi i casi, il Comune colpito dal sisma dovrà attivarsi secondo le linee di indirizzo previste dal Piano. La Regione Lazio, sulla base della mappa di pericolosità sismica nazionale (OPCM n. 3519/06) e degli studi regionali sulla pericolosità sismica ha riclassificato il suo territorio (DGR 387/2009). Le Linee Guida regionali per la pianificazione dell’emergenza insistono molto affinché i Comuni o gli aggregati intercomunali predispongano uno scenario di rischio sismico, tenuto conto della pericolosità sismica di gran parte del territorio regionale. A tal fine, infatti, per la definizione degli scenari relativi al rischio sismico (uno per evento severo e uno per evento
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