GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

338 GNGTS 2014 S essione 2.3 ricorrente), oltre ai dati di base territoriali, nel Piano dovranno essere presenti le seguenti informazioni: • zona sismica di appartenenza in base alle DGR Lazio n. 387/2009 e n.835/2009; • carta della pericolosità sismica regionale; • aree e popolazione a rischio, tramite individuazione degli edifici di costruzione antecedente al 1984 e censimento della popolazione in essi presente; • edifici strategici o rilevanti ai fini di Protezione Civile dopo evento sismico come da allegato della DGR n. 489/2012; • aree suscettibili di amplificazione sismica e/o di Instabilità Sismica dedotte dallo studio di Livello 1 di Microzonazione Sismica validato dalla Regione; • presenza di faglie attive nel territorio desunte dallo studio di Microzonazione Sismica validato dalla Regione; • carta della Condizione Limite di Emergenza validata dalla Regione; • impianti a rischio per la Direttiva Seveso. Pertanto, la Microzonazione Sismica rappresenta un utile strumento ai fini di una più dettagliata suddivisione del territorio in aree in cui i differenti valori di amplificazione del moto sismico rispecchiano più rigorosamente le condizioni locali, che permettono di inserire nuovi indispensabili elementi nella pianificazione comunale. Già con la DGR n. 545/2010, infatti, la Regione aveva impostato il processo pianificatorio di MS in cui il Livello 1 indicasse durante la redazione del Piano Regolatore Generale le aree a maggiore amplificazione sismica e che il Livello 2 divenisse obbligatorio, preventivamente all’adozione degli Strumenti Urbanistici Attuativi, alle Varianti puntuali, ai Progetti approvati in variante e ai Piani di Emergenza Comunali, per le Microzone Omogenee suscettibili di amplificazioni o di instabilità sismica definite dal Livello 1. Le Linee Guida regionali (DGR 363/14) ribadiscono e obbligano la presenza, fra i documenti fondamentali del Piano, della Carta dello Scenario del Rischio sismico che dovrà riportare: • le zone Suscettibili di Amplificazione Sismica e di Instabilità Sismica indicate nella Mappa delle Microzone Omogenee in prospettiva Sismica del Livello 1 o 2 di MS; • le situazioni di pericolosità geologica che possono subire riattivazioni in caso di evento sismico, quali zone a liquefazione, faglie attive etc. Questo aspetto indica quale sia l’importanza che la Regione assegna alla MS per le attività di prevenzione in Protezione Civile. Linee guida della regione Lazio per i piani di emergenza comunali: condizione limite dell’emergenza. Si definisce come CLE dell’insediamento urbano la condizione al cui superamento, a seguito del manifestarsi dell’evento sismico, l’insediamento urbano conserva, nel suo complesso, l’operatività della maggior parte delle funzioni strategiche per l’emergenza, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale (CSPC 2014 - DGR 363/14). L’analisi della CLE riporta dati desunti da studi di MS. L’applicazione dell’analisi prevede un contesto territoriale proprio delle funzioni fondamentali del sistema di gestione dell’emergenza (coordinamento dell’emergenza, soccorso sanitario e intervento operativo). Le Linee Guida regionali, recependo le raccomandazioni nazionali, incentivano l’applicazione su aggregati (Unioni o Consorzi di Comuni) in cui le funzioni di protezione civile possono essere svolte in maniera unitaria. In ogni caso, seguendo le raccomandazioni della Commissione Speciale di PC. Le Linee Guida regionali indicano che l’analisi della CLE può: • essere realizzata solo a seguito della predisposizione del Piano; • può essere utilizzata come metodo per analizzare il sistema di gestione dell’emergenza per le sole componenti fisiche relative agli edifici strategici, alle aree di emergenza e alle infrastrutture di collegamento e accessibilità fra questi elementi;

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