GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

se è vero che i sensori presenti su tali dispositivi non hanno la sensibilità dei sismografi distribuiti sul territorio nazionale, è anche vero che il numero di questi ultimi è estremamente basso. L’INGV ha installato poco più di 100 stazioni sismografiche che costituiscono la Rete Sismica Nazionale Centralizzata (RSNC). Non si può trascurare la capillarità con cui sono invece presenti i dispositivi mobili, che possono potenzialmente fornire una mole di dati di interesse estremamente elevata. Un’applicazione per dispositivi mobili che implementi tale sistema dovrebbe preliminarmente analizzare le caratteristichehardwaredel dispositivo riguardanti la sensibilità del GPS, del giroscopio e dell’accelerometro; in questo modo può assegnare un grado di affidabilità delle rilevazioni effettuate dal dispositivo. Utilizzando quindi algoritmi di data mining atti all’analisi dei movimenti e delle vibrazioni rilevate, tramite analisi dei cluster e degli outliers, può essere creato un modello matematico in grado di identificarne e classificarne le tipologie e successivamente focalizzarsi su quella di interesse, ovvero derivante da eventi sismici. Tali informazioni verranno, quindi, filtrate ed inviate presso un data center predisposto ad uopo, congiuntamente alla posizione ottenuta dal GPS e ad un timestamp temporale opportunamente sincronizzato. I dati così ottenuti potrebbero costituire un’importante fonte di informazioni che potrebbero essere integrate con quelle fornite dalla RSNC, elaborate e utilizzate per aiutare lo studio degli eventi sismici, proprio grazie alla potenziale enorme mole di dati utili. È da sottolineare, inoltre, il fatto che sia i dispositivi mobili, sia i sensori in essi contenuti sono in continua evoluzione tecnologica; quindi, non è da escludere che la sensibilità di tali sensori cresca al punto da poter essere confrontata con quella dei sismografi tradizionali; considerando che, come mostrato precedentemente, la diffusione di tali dispositivi è in crescita, ne consegue che con il passare del tempo, siffatta rete non solo potrebbe diventare sempre più grande, ma anche più precisa ed affidabile, con uno sforzo, sia economico, sia organizzativo pressoché nullo. La partecipazione diventa, pertanto, utile non solo a livello educativo, ma ha anche potenzialità pro-attive, che sono un ulteriore incentivo per la popolazione: sapere di essere parte attiva alla creazione di qualcosa di utile e potenzialmente in grado di salvare vite umane. Del resto, il fatto che vi sia un interesse enorme intorno all’argomento dal punto di vista digitale è testimoniato dall’impressionante quantità di applicazioni che è possibile trovare sugli “store” di applicazioni mobili alla voce “earthquake”, ognuna di esse con un numero di installazioni (numero di utenti che hanno installato l’applicazione su un dispositivo) compreso tra le poche centinaia e i milioni. Le funzionalità di tali applicazioni sono diverse e si sovrappongono; alcune permettono di visualizzare mappe storiche degli eventi sismici su scala globale; altre si limitano a avvisare l’utente in tempo reale sugli eventi sismici locali o in altre parti del mondo; addirittura ne esistono molte che guidano l’utente su come comportarsi subito dopo un terremoto o gli permettono di avvisare amici e familiari tramite social network o SMS sul proprio stato di salute. Purtroppo, a rispecchiare il fenomeno descritto precedentemente delle informazioni false circolanti su Internet, esistono anche applicazioni che affermano di poter prevedere terremoti attraverso calcoli matematici effettuati su onde magnetiche, effetti fisici vibrazionali o addirittura astronomici. Le tecnologie informatiche Fig. 3 – Screenshot dell’applicazione per smartphone “Hai sentito il terremoto?”. Fonte: www.haisentitoilterremoto.it . GNGTS 2014 S essione 2.3 357

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