GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

GNGTS 2014 S essione 2.3 419 tecnica degli studi diMS (sicuramentemotivata dalla specializzazione dei contenuti) che ha presto suggerito una riflessione su come rendere più comprensibili alla pianificazione gli esiti degli studi concretamente spendibili a livello comunale, luogo ultimo e deputato alla trasformazione urbanistica ed edilizia dei suoli. Perché è stato in breve evidente che non bastava formare le conoscenze tecnico-scientifiche in fatto di pericolosità sismica locale (seppur favorite nella loro formazione da contributi finanziari), bensì occorreva tradurre gli esiti della conoscenza in azioni utili tese alla riduzione della vulnerabilità e dell’esposizione dei fabbricati. E questo principio, che lega sviluppo della conoscenza ed efficacia delle azioni conseguenti, vale in tutti i campi delle scienze umane. Una sottovalutazione iniziale anche da parte della Provincia di questa necessaria relazione, dovuta anche all’esigenza di megliomaturare tali problematiche, ha fatto sì che i primi prodotti di MS, seppur correttamente realizzati ai sensi della DAL 112/2007 (oggi in fase di aggiornamento/ revisione) siano stati assunti negli strumenti di pianificazione “visti e piaciuti” nello stato in cui si trovavano, senza cioè che dei loro esiti fossero tratti comportamenti urbanistici conseguenti, spesso demandati allo step successivo, oppure ai singoli rapporti geologico-geotecnici e sismici posti a corredo della pianificazione operativa/attuativa. Per affrontare e risolvere questa incomunicabilità la Provincia ha costituito un informale gruppo di lavoro a geometria variabile, che ha visto come componenti stabili i tecnici di Provincia e Regione nelle componenti della pianificazione urbanistica e degli uffici geologici, e come interlocutori via via differenti, i professionisti incaricati degli studi di microzonazione, i progettisti dei piani urbanistici ed i tecnici comunali. La riflessione si è focalizzata sui componenti degli atti di pianificazione (cartografia e norme) ed è stato sollecitato, e pure in un certo senso forzato, il dialogo tra figure professionali differenti e poco collaboranti per tradizione (geologi e architetti, ingegneri e pianificatori) affinando reciproche consapevolezze e definendo prodotti maggiormente espliciti per gli utenti finali: il comune, il progettista, il cittadino (quale sono le zone localmente più pericolose? è possibile l’edificazione e quali attenzioni occorrono a fronte di potenziale liquefazione/amplificazione del moto sismico alla superficie? le tipologie edilizie sono indifferenti alle caratteristiche intrinseche dei terreni su cui insistono a fronte di amplificazione sismica? etc..). Il risultato di questo confronto (già sperimentato con favore nell’ambito della formazione del PTCP2007-2009 e portato avanti sulle MS dal 2010 sino ad oggi), è stata la definizione di cartografie e norme urbanistiche inserite via via nei piani comunali, volte ad una tendenziale mitigazione degli effetti di un terremoto mediante la scelte insediative più consapevoli, riduzione della vulnerabilità delle strutture e del rischio ne suo complesso, anche attraverso la rilettura dei piani di protezione civile e conseguente analisi della condizione limite per l’emergenza (d’ora in poi CLE), questa però meritevole di una riflessione a parte. Prodotti realizzati: normative, cartografie di piano e diffusione telematica delle MS. La struttura delle norme ha trovato una prima definizione sulle due macro tipologie di territori comunali presenti nella provincia di Modena, pianura e montagna. È stata sicuramente favorita dalla esecuzione di microzonazioni sismiche in forma unitaria grazie al coordinamento dalla Provincia che ha redatto la cartografia e fornito il supporto informatico su un preponderante finanziamento dei cinque comuni, rispetto al contributo economico dell’Ordinanza PCM n. 3907/2010. Questa prima esperienza, poi replicata nel tempo via via che gli strumenti urbanistici dei comuni venivano rinnovati, ma soprattutto il convincimento che era necessario dare efficacia agli esiti degli studi, hanno trovato riconoscimento e perfezionamento a seguito del sisma emiliano del maggio 2012 quando la Regione Emilia-Romagna ha realizzato gli studi di MS e l’analisi CLE per i 17 comuni con intensità macrosismica MCS ≥ VI, dei quali ben 9 modenesi. E’ qui opportuno notare come la perimetrazione degli ambiti urbanizzati e urbanizzabili e delle principali infrastrutture per come indicati nei piani, e su cui è stata effettuata la MS, sia stata volutamente estesa ad un congruo intorno seppur classificato dalla disciplina urbanistica

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