GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

GNGTS 2014 S essione 2.3 453 Il centro storico è stato analizzato, partendo dallo studio ragionato delle cartografie del passato per poi proseguire con una verifica “a tappeto” su tutta l’area di interesse, con la finalità di individuare ed evidenziare le tipologie e la distribuzione delle vulnerabilità sismiche e delle resistenze più ricorrenti a Faenza, con l’obiettivo di desumere possibili codici di intervento per la conservazione del patrimonio edilizio storico e la mitigazione del rischio sismico. A livello esemplificativo e al fine di sviluppare un efficace metodo di lavoro, effettuata la ricognizione speditiva dell’intero centro storico, ci si è concentrati su un singolo isolato urbano, su cui è stato effettuato un approfondito studio (a conferma e integrazione delle valutazioni precedentemente fatte) da cui è scaturito un dettagliato scenario previsionale di danno e da cui sono discese le indicazioni progettuali più opportune -e calzanti in relazione alle tecniche costruttive e ai materiali storicamente utilizzati a Faenza- per mitigare la vulnerabilità sismica del costruito. Estendendo tali criteri di analisi all’intero centro storico è stato possibile ottenere un quadro generale degli effetti previsionali in relazione ad un sisma, con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini e i tecnici sulla necessità di migliorare il patrimonio edilizio esistente. Solamente basandosi su approfondimenti conoscitivi e previsionali sul comportamento del patrimonio edilizio in caso di sisma, come ad esempio quello realizzato a Faenza, sarà possibile articolare nel Piano norme urbanistiche adeguate, coerenti con i caratteri tipologici e le tecniche costruttive del luogo che, soprattutto nelle parti storiche dei nostri centri urbani, cambiano da città a città. La protezione della struttura urbana: la condizione limite in una visione associata dell’emergenza (C.L.E). Parallelamente alle analisi sul rischio sismico del costruito la “Condizione Limite per l’Emergenza (C.L.E.)” dell’insediamento urbano rappresenta una “condizione limite obiettivo” da assicurare per la gestione dell’emergenza. L’analisi della C.L.E. è volta a garantire il funzionamento di un sistema minimo di strutture strategiche che, nonostante l’attivarsi di un evento sismico, mantengano la loro funzionalità, la loro accessibilità e connessione con il contesto territoriale e, conseguentemente, garantiscano una efficace gestione dell’emergenza, seppur in concomitanza con il verificarsi di danni fisici e funzionali diffusi nell’insediamento urbano. La Condizione Limite per l’Emergenza (C.L.E.) del Comune di Faenza è stata pensata seguendo criteri di economicità e non ridondanza dei percorsi, individuando gli edifici strategici e le aree di emergenza (ammassamento, ricovero, attesa) riportati nel Piano Comunale di Protezione Civile e collegandoli mediante gli assi di connessione e accessibilità con il contesto territoriale (le strade). Rispetto a questo sistema di strutture strategiche (edifici, strade e spazi aperti), sono stati analizzati e valutati gli aggregati e gli edifici interferenti (vedi Fig. 2). È evidente che la fase di emergenza, di cui la C.L.E rappresenta una parte progettuale essenziale, non può limitarsi a prendere in considerazione il solo territorio comunale: è necessario predisporre i Piani di protezione Civile e le conseguenti C.L.E. quantomeno a livello di associazioni di Comuni al fine di connettere tra loro le singole C.L.E. di ogni centro. L’individuazione della C.L.E., se decontestualizzata dalla pianificazione urbanistica, ha una efficacia limitata: le strategie urbanistiche devono infatti entrare utilmente in campo per privilegiare, con incentivi, gli interventi sugli edifici interferenti e sulle aree che devono garantire il funzionamento delle parti strategiche della città in caso di emergenza. Il Piano Regolatore della Sismicità. Nonostante il Piano Regolatore della Sismicità non sia un nuovo ed ennesimo Piano urbanistico di settore, codificato dalla legge, possiamo comunque considerarlo come uno strumento essenziale per la pianificazione di un territorio; tale Piano, di iniziativa comunale, va concepito in sede di studio/progetto urbanistico in quanto è finalizzato alla organica rappresentazione del rischio sismico della città, con lo scopo di rendere “evidente e leggibile” tale rischio nell’ottica di aumentare la consapevolezza e la conoscenza collettiva a tal riguardo. Solo se il Piano Regolatore della Sismicità e le norme che conseguono ad esso verranno

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