GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

Incentivi per la sicurezza e norme di Piano. La sismicità diffusa del territorio italiano e la verifica degli scenari previsionali di danno in relazione al patrimonio edilizio esistente rendono non più differibile l’adozione di strategie di valenza territoriale più generale rispetto al solo soddisfacimento della normativa sismica cui bisogna riferirsi in caso di ristrutturazione o nuova costruzione dei singoli edifici. Nel caso di Faenza, per caratteristiche tipologiche e cronologiche, il centro storico risulta essere la parte di città che necessita maggiormente di interventi di miglioramento sismico, unitamente ad alcuni comparti della periferia storica e di quei quartieri costruiti prima dell’entrata in vigore del decreto che ha inserito il Comune tra le zone sismiche di 2° categoria (1982). Le strategie da mettere in campo per contrastare in maniera diffusa la vulnerabilità sismica del patrimonio edilizio e l’instabilità idrogeologica di alcune parti del territorio non possono che partire dal basso, inserendo norme -e magari incentivi- all’interno dei Piani urbanistici comunali e ponendosi graduali obiettivi di miglioramento, ben sapendo che i risultati si potranno cogliere solo fra qualche decennio, ma senza aspettare, inermi, impensabili interventi risolutori da parte del Governo. Al di là delle stime quantitative, considerando che i fattori di amplificazione dedotti dalla microzonazione sismica per il centro urbano di Faenza risultano sostanzialmente omogenei, è evidente che per il territorio analizzato il fattore che incide nella verifica delle aree a maggiore o minore rischio sismico è la vulnerabilità edilizia. Per elevare la sicurezza sismica della città è pertanto necessario mettere in campo, con costanza, e per la durata di decenni, azioni coerenti che devono vedere partecipi sia attori pubblici che privati cittadini. Al pubblico spetta prevalentemente l’onere di sensibilizzare la collettività e di “dare l’esempio”, programmando le priorità di intervento per la messa in sicurezza del patrimonio pubblico, partendo dagli edifici strategici e rilevanti: ospedali, edifici deputati alla gestione delle emergenze scuole. Lo strumento urbanistico -anche con disposizioni cogenti- dovrebbe quindi stimolare i privati, oltre al rispetto delle leggi che regolano la materia, ad acquisire la conoscenza dei fattori di vulnerabilità del territorio e degli edifici in cui abitano, vivono e lavorano; solo in questo modo, in parte impositivo, si può ipotizzare che vengano destinate risorse private alla messa in sicurezza del patrimonio esistente. All’interno delle norme dello strumento urbanistico, fra le prestazioni da assolvere quale condizione obbligatoria per attuare interventi edilizi che necessitano di titolo abilitativo, potrebbero essere in via sperimentale introdotte le seguenti analisi: - nel centro storico: compilazione di una scheda sulla valutazione speditiva della sicurezza sismica, che dovrà evidenziare, con riferimento alla proprietà interessata dall’intervento, le problematiche rilevate, con particolare attenzione alle vulnerabilità intrinseche e di relazione all’aggregato; - in tutto il territorio comunale: predisposizione di una relazione speditiva finalizzata alla ricognizione delle problematiche inerenti la sicurezza edilizia e territoriale all’interno della proprietà; tale relazione, oltre alla verifica dei dati già esistenti e messi a disposizione da parte dell’Amministrazione negli allegati al Piano, potrebbe contenere valutazioni in materia di vulnerabilità sismica, con riferimento agli edifici esistenti, e in materia di vulnerabilità idrogeomorfologica/antropica, con riferimento ai fattori che possono avere ripercussioni sugli elementi sensibili del territorio quali infrastrutture, viabilità, edifici, ecc. In pratica le norme del Piano potrebbero istituire -in via sperimentale- il principio che, prima di mettere mano al progetto, deve essere necessario fare una verifica generale sulla sicurezza. Oltre a questa sensibilizzazione collettiva lo strumento urbanistico potrebbe inoltre mettere in campo incentivi per migliorare il patrimonio edilizio storico e le condizioni idrogeomorfologiche del territorio. Oltre alla obbligatoria scheda speditiva richiesta per il centro storico e alla relazione speditiva prevista su tutto il territorio comunale il Piano urbanistico potrebbe prevedere 456 GNGTS 2014 S essione 2.3

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