GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

a ogni edificio rilevato con criteri macrosismici, una classe di vulnerabilità in funzione delle tipologie costruttive e un grado di danno in modo da testare l’uso della scala EMS98 come mai fatto in precedenza. Le strutture censite sono state circa 1800 e rappresentano la quasi totalità degli edifici residenziali, pubblici e religiosi all’interno delle mura storiche. I dati raccolti in campagna sono stati poi restituiti in forma cartografica attraverso riprese aeree. Nella fase iniziale del lavoro sono state incontrate diverse difficoltà dovute all’incongruenza nella definizione del numero di edifici da considerare perché il numero di edifici rilevati non trova riscontro nella successiva restituzione cartografica, che mostra un maggior numero di edifici caratterizzati da coperture a quota diversa e con una differente struttura delle falde. Il diverso numero degli edifici si riscontra anche tra quanto riportato dal rilievo macrosismico e i dati del censimento ISTAT (ISTAT, 1991). Per ovviare a queste differenze l’analisi e il confronto dei risultati sono sempre stati eseguiti su valori espressi in percentuale sul totale delle strutture considerate. Le stime di danneggiamento sono state realizzate utilizzando i dati del censimento ISTAT, che fornisce informazioni utili sugli edifici residenziali. Il censimento preso in considerazione è quello del 1991 poiché i dati del 2001, per recenti motivi legati all’introduzione di una più stringente legge sulla privacy, forniscono informazioni solo in forma aggregata e con un massimo grado di dettaglio a livello solo comunale. Queste limitazioni non consentono di effettuare un incrocio delle informazioni sulle caratteristiche tipologiche, fondamentale per la valutazione della vulnerabilità sismica. Si ritiene comunque che l’utilizzo di questi dati, anche se non aggiornati alla data del terremoto, non rappresenti un grosso limite nell’analisi poiché le sostituzioni edilizie nel centro storico di una grande città sono generalmente minime. Il confronto tra i dati ISTAT e quelli rilevati è stato possibile solo su edifici residenziali perché le altre tipologie (es. musei, scuole, chiese e insediamenti produttivi) non sono contemplate nei dati del censimento. Dai dati del censimento ISTAT è stato possibile stimare il numero di edifici e il volume dell’edificato per ogni sezione di censimento (Meroni et al. , 2000) e ricavare direttamente informazioni utili sulla tipologia strutturale (es. muratura o cemento armato), il contesto strutturale (es. isolato o aggregato), lo stato di manutenzione, l’età di costruzione o di adeguamento sismico ed il numero di piani. Opportunamente elaborate, queste informazioni permettono di caratterizzare la vulnerabilità degli edifici attraverso l’approccio proposto da Lagomarsino e Giovinazzi (2001) secondo il quale la vulnerabilità sismica degli edifici è descritta da un indice di vulnerabilità probabile, che varia tra 0 e 1 ed è tipico per ogni gruppo di strutture omogenee, ovvero edifici con un comportamento simile atteso durante un terremoto. Questo indice di vulnerabilità può essere variato attraverso l’adozione di modificatori di comportamento, peggiorativi (es. cattivo stato di conservazione, edifici con grande elevazione) o migliorativi (es. buoni materiali di costruzione, adeguamenti strutturali). I dati ISTAT permettono inoltre di classificare gli edifici direttamente nelle classi di vulnerabilità (da A a F) della scala EMS98 (Bernardini, et al. , 2008) attraverso l’assegnazione di un punteggio di vulnerabilità. La procedura di classificazione è coerente con una valutazione di vulnerabilità (Meroni et al., 2000) calibrata su più di 28000 schede dettagliate di vulnerabilità GNDT (Benedetti e Petrini, 1984) raccolte su tutto il territorio italiano. I metodi macrosismici. I metodi macrosismici per la stima del danno che si basano sulla definizione dell’intensità EMS98, classificano il patrimonio edilizio in 6 classi secondo la tabella di vulnerabilità della scala da A ad F. Tali metodi stimano la distribuzione del danno condizionata da un livello di intensità, in cinque gradi discreti (da D1 a D5) che descrivono il livello di danno dei principali componenti strutturali e non strutturali. La stessa scala suggerisce dei valori impliciti ed espressi in modalità fuzzy della matrice di probabilità di danno per le diverse classi di edifici. E’ dunque possibile trasporre le espressioni linguistiche ( few, many, most ) della matrice di vulnerabilità in valori numerici di probabilità per ogni livello di danno con approcci formalizzati da diversi autori (Giovinazzi e Lagomarsino, 2003; Lagomarsino e 458 GNGTS 2014 S essione 2.3

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