GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale
GNGTS 2014 L ectio M agistralis XV Raggiunta una certa notorietà, nel 1885 venne inviato in missione dal Governo italiano a studiare il terremoto dell’Andalusia, insieme a Torquato Taramelli (altro allievo di Antonio Stoppani). Nel 1887 il terremoto della Liguria occidentale, altra grande tragedia nazionale, fu un’ulteriore occasione di studio, sempre su incarico ministeriale. Da allora quasi ogni terremoto italiano significativo vedrà la presenza e lo studio di Mercalli. La adesione di Mercalli alle idee rosminiane fu la causa e forse la molla che lo spinse a decidere di andare via da Milano e gli aprì, non senza qualche difficoltà, definitivamente la carriera. Motivo delle sue dimissioni dall’insegnamento al seminario era stata la sua partecipazione ad una sottoscrizione proposta da Stoppani per un monumento a Rosmini da porre dinanzi al Museo Civico di Milano. La polemica fu rovente e la Curia milanese chiese la ritrattazione da parte di Mercalli e degli altri firmatari, pena la decadenza dall’incarico di insegnante. Con risposta cortese ma ferma, Mercalli rassegnò le dimissioni. Siamo alla fine del 1888. Mercalli forse desiderava comunque una destinazione più vicina agli oggetti dei propri studi, i vulcani, siti nel meridione d’Italia, documentata anche dalle sue richieste per insegnare nella scuola pubblica presso sedi come Catania, Napoli o Messina (Redondi, 2014). Tuttavia il suo primo incarico fu a Reggio Calabria nel 1889, pare per le pressioni di Piero Tacchini, direttore dell’Ufficio Centrale di Meteorologia e Geodinamica, al quale interessava la sua collaborazione per gli studi sulle Eolie. Nel 1892 Mercalli fu trasferito a Napoli, ad insegnare presso il liceo Vittorio Emanuele. E’ il coronamento della sua grande passione: il Vesuvio. Prese casa con vista sul vulcano, un modesto appartamento di due stanze in via della Sapienza, e le mattine, durante il suo periodo napoletano, prima di andare ad insegnare o di salire sul Vesuvio (Figg. 2 e 3), “ diceva messa nella chiesa di S. Agnello Maggiore, e spesso si fermava ivi a pregare e a confessare (testimonianza nella lettera di Luigi Sartorelli, curato di S. Agnello, all’Osservatore Romano del 21 marzo 1914, a risposta delle voci che vedevano il M. aver rinunciato all’abito)” (Osservatore Romano, 1914). Fig. 2 – Giuseppe Mercalli sul Vesuvio nel 1907 (Archivio Storico Osservatorio Vesuviano).
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