GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale
1883. Baratta scrisse: “ Con le ricerche del Nostro la cronistoria sismica italiana presenta una ricchezza incomparabile di dati sicuri e l’opera sua è stata ed è tuttora la fonte e la guida per ulteriori ricerche…” (Baratta, 1915). L’importanza dell’impostazione data da Mercalli alle ricerche sismologiche risalta anche nella dedica che lo stesso Baratta pone all’inizio del suo “I terremoti d’Italia” (Baratta, 1901), caposaldo della letteratura sismologica storica italiana: “ Al professore Mercalli con la riverenza e l’affetto di un discepolo” . La stessa spinta innovativa era rivolta allo studio dei vulcani, rinnovando i criteri di classificazione dei vari tipi eruttivi. Mercalli, sulla base dei suoi studi sui vulcani attivi italiani e dei numerosi vulcani spenti, e per la sua vasta conoscenza della letteratura vulcanologica scrisse il trattato “I vulcani attivi della Terra” (Mercalli, 1907). “Si tratta di un catalogo ragionato dei vulcani attivi del mondo attraverso la morfologia degli apparati, la dinamica delle eruzioni e il chimismo dei prodotti eruttati; si fornisce un testo di vulcanologia impostato sui criteri scientifici più avanzati all’inizio del ‘900. In quest’opera Mercalli introduce la classificazione dei vulcani per diverse tipologie, secondo il modo di formazione dell’edificio vulcanico” (Luongo, 2014). La sua visione della scienza come disciplina didattica e civile fu senz’altro influenzata dalla sua formazione rosminiana. Nei suoi studi sui terremoti sottolineava sempre la necessità che sia l’uomo a cercare di difendersi dai terremoti, rivendicando da una parte il ruolo centrale del sismologo nel prescrivere le indicazioni sui rischi, dall’altra indicando che fosse nella responsabilità di chi governa creare le condizioni per una difesa dai terremoti. Emblematico il titolo di un articolo del 1885, dopo il terremoto di Casamicciola, “Le case che si sfasciano e i terremoti” (Mercalli, 1885), nel quale si evidenzia la straordinaria intuizione, quasi una preveggenza sui mali sismici italiani degli anni successivi: “ Sarebbe quindi molto utile che si compilassero delle storie sismiche municipali, onde le autorità civiche locali sappiano se e quanto interessi tener calcolo dell’eventualità di terremoti violenti nel formulare ed applicare i regolamenti edilizi”. Fa impressione la sua volontà, espressa nel 1889, di rimanere a insegnare a Reggio Calabria in quanto, secondo lui, la Calabria sarebbe stata la sede del prossimo parossismo , e non avrebbe voluto perderselo, da studioso qual’era. La Calabria fu infatti colpita da una ben nota serie di eventi nel 1894, 1905, 1907 e infine 1908. Purtuttavia anche Mercalli restò vittima, come anche noi oggi ben abbiamo sperimentato, della disillusione propria del ricercatore che non trova ascolto concreto ai suoi ripetuti richiami: “…nessuno mostrò di dare importanza alle carte sismiche che io ed il mio amico prof. M. Baratta da anni andiamo elaborando, senza alcun aiuto o incoraggiamento ufficiale” (Baratta, 1915). Dopo queste brevi e incomplete note sulla biografia e attività di Mercalli mi prendo la libertà di toccare più in dettaglio l’argomento che più mi avvicina (con rispetto parlando) a lui dal punto di vista professionale, e cioè quello per cui è probabilmente più noto nel comune sentire, la Scala Mercalli. O meglio le scale di Mercalli. Nella seconda metà dell’Ottocento le scale di intensità erano già usate per classificare gli effetti sul territorio dopo un terremoto, ma erano elaborate sul singolo evento ed usate solo dall’autore ( Personal scales , le chiamerà il Davison) e quindi tutte diverse. Lo stesso Mercalli ne aveva pubblicata una di sei gradi nel 1883. La svolta rivoluzionaria sarà opera di De Rossi (1874) il quale proporrà e renderà operativa una scala con l’intenzione dichiarata di rendere gli studiosi in grado confrontare i terremoti tra loro e classificare gli effetti per le località colpite. La più usata ed accettata era al tempo di Mercalli, la scala De Rossi-Forel (De Rossi, 1883) in dieci gradi, concordata sulla fusione delle due scale omonime, utilizzate rispettivamente per i terremoti italiani e svizzeri. Gli studi sul campo sugli effetti dei terremoti, (in special modo quello andaluso del 1884- 85 e quello ligure del 23 febbraio 1887) avevano persuaso Mercalli che le scale sino allora in uso, in particolare la De Rossi-Forel, non erano adeguate a descrivere la gradualità del GNGTS 2014 L ectio M agistralis XVII
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