GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale
GNGTS 2014 S essione 1.1 61 Studio preliminare di due sequenze di microterremoti accadute nel 2011 e nel 2012 nell’area dei Monti Iblei Orientali (Sicilia Sud-orientale – It S. D’Amico 1 , F. Ferrari 1 , V. Maiolino 1 , A. Messina 2 , A. Ursino 1 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, Sezione di Catania, Italy 2 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione Roma 2, Italy Introduzione. Nell’ottobre 2011 e nel giugno 2012 due sequenze sismiche hanno interessato l’area a sud di Canicattini Bagni, sulle propaggini orientali dei Monti Iblei, in Sicilia sudorientale. Le due sequenze, costituite ognuna da più di un centinaio di scosse, sebbene di modesta energia, sono state avvertite con ansia dalla popolazione provocando anche lievi danni nelle località prossime all’area epicentrale. Al fine di monitorare con maggior dettaglio l’evoluzione della sequenza in corso, la rete sismica permanente gestita dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Osservatorio Etneo - Sezione di Catania (INGV-OE) è stata implementata, subito dopo l’inizio della sequenza di ottobre 2011, da due stazioni mobili digitali in registrazione locale. Successivamente, dopo la ripresa dell’attività sismica nel mese di giugno 2012, le due stazioni mobili digitali sono state reinstallate negli stessi siti utilizzati precedentemente per ulteriori circa quaranta giorni. Le due stazioni mobili, durante il loro periodo di funzionamento, hanno permesso di rilevare un elevato numero di microterremoti. In questo lavoro vengono presentati i risultati preliminari relativi alle due sequenze sismiche allo scopo di definire con estremo dettaglio la struttura sismogenetica attivatasi. È attualmente in corso l’integrazione del dataset acquisito dall’INGV-OE nell’ambito delle attività di monitoraggio, con i dati acquisiti dalle due stazioni mobili installate. La peculiarità delle due sequenze consiste nel fatto che esse: i ) rappresentano il maggior rilascio energetico, avvenuto nel corso degli ultimi dieci anni, nell’area iblea; ii ) testimoniano la presenza di una sorgente sismogenetica superficiale ben distinta dal pattern sismico tipico dell’Altopiano Ibleo. Inquadramento geologico-strutturale. La Sicilia sud-orientale appartiene al complesso geodinamico dell’area centro-mediterranea, che è dominata dalla convergenza NW-NNW della placca europea ed africana. Per questo motivo, la Sicilia sud-orientale è una delle regioni italiane con il più alto rischio sismico. Recentemente, alcuni autori (Adam et al ., 2000; Barbano e Rigano, 2001) hanno investigato la sismotettonica della regione, affermando che anche se il campo di stress compressivo è legato come prima causa alla collisione della placca Africana- Euroasiatica, probabilmente altri fattori regionali e locali devono essere invocati per spiegare l’accadimento e la distribuzione dei terremoti in questa regione. Il principale dominio strutturale è rappresentato dall’Altopiano Ibleo (Fig. 1) che è il margine settentrionale della crosta continentale africana. Esso è costituito da una potente (più di 6 km) successione prevalentemente carbonatica con sottili livelli di marne con intercalati livelli Plio- Pleistocenici di vulcaniti basiche ed è stato debolmente deformato durante l’orogenesi alpina. Attualmente continua a mostrare moderati tassi di sollevamento con un comportamento tettonico complessivamente di tipo estensionale (Ben-Avraham e Grasso, 1990; Adam et al ., 2000). Dal Triassico al Quaternario l’Altopiano Ibleo è stato interessato da attività vulcanica, le cui ultime fasi (nel tardo Miocene-Pleistocene) si sono sviluppate nella parte settentrionale lungo un principale sistema di fratture eruttive con direzione NE-SW (Grasso e Reuther, 1988). Durante il Quaternario è iniziata una fase di tettonica distensiva espressa da faglie sub-verticali (Bianca et al ., 1999). In particolare, l’estensione regionale crostale ESE-WNW ha prodotto una zona attiva [Rift Siculo-Calabro: Tortorici et al . (1995) e Monaco et al . (1997)] che in Sicilia Sudorientale è rappresentato nell’entroterra dalle faglie di Avola e Rosolini-Pozzallo. Strutture compressive, trascorrenti e faglie inverse sono molto comuni nell’intera area (Ghisetti e Vezzani, 1980). L’Altopiano Ibleo è delimitato a nord, dalla Avanfossa Gela-Catania che rappresenta il margine dell’altopiano ribassato sotto il fronte della Catena Appenino-Maghrebide (Yellin-Dror
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