GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

62 GNGTS 2014 S essione 1.1 et al .,1997). Ad ovest l’altopiano è delimitato dal sistema di faglie “Scicli Ragusa” (Fig. 1). I settori centrale e settentrionale dell’area sono caratterizzati da faglie normali ad andamento da NE-SW a ENE-WSW e dalle principali strutture Plio-Pleistoceniche ad horst e graben . Infine, nella zona orientale, in mare aperto, la struttura più importante è conosciuta come Scarpata Ibleo-Maltese. Questo sistema di faglie normali con direzione NNW–SSE ed immersione ENE si sviluppa per oltre 300 km dal Nord-Africa alla Sicilia Orientale (Reuther et al ., 1993; Sirovich e Pettenati, 1999) e rappresenta l’evidenza morfologica di una zona di faglia litosferica che separa 23 km di crosta continentale dell’Altopiano Ibleo (Finetti, 1982) dalla crosta oceanica spessa 13 km nel Mare Ionio (e.g., Reuther et al ., 1993; Adam et al ., 2000). Sismicità storica e attività sismica recente. Il territorio dei Monti Iblei si trova in un’area a forte pericolosità sismica dovuta alla capacità di alcune sue strutture di generare forti terremoti come quelli del 1169 (intensità epicentrale I 0 = X, magnitudo momento M W = 6.4), del 1542 (I 0 = X, M W =6.7) e del 1693 (I 0 = XI, M W = 7.4 e I 0 = VIII-IX, M W = 6.2). Questi non sono ricadono nell’area in esame, ma a distanza di circa venti (eventi del 1169 e 1542) e trenta chilometri (eventi del 1693) in direzione nord (Fig. 1). Complessivamente, per una estensione di circa cinquanta chilometri intorno all’area di studio, dal 1125 sono accaduti trentacinque terremoti con magnitudo M W > 4.0. In prossimità dell’area epicentrale il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI, Rovida et al ., 2011) riporta solo tre terremoti (nel 1696, 1772 e 1903) con magnitudo M W compresa tra 4.5 e 4.8 che hanno provocato solamente danni moderati (I max = VII-VIII). Recentemente, i risultati ottenuti da Scarfì et al . (2007) indicano che i terremoti dell’Altopiano Ibleo sono distribuiti principalmente nelle zone in cui la velocità delle onde P è relativamente più elevata, o ai margini di queste, con profondità focali tra i 15 e i 25 km (Fig. 2). In particolare, la sismicità è concentrata in alcune aree: i) nel settore più orientale ( inland e offshore ); ii) ad ovest, nella porzione più settentrionale della Linea di Scicli; iii) lungo l’Avanfossa Gela-Catania. Per la caratterizzazione della sismicità strumentale registrata nella zona di interesse, sono stati utilizzati i dati provenienti dal Bollettino della sismicità strumentale del Progetto Poseidon Fig. 1 – Schema neotettonico dell’Avampaese Ibleo (modificato da Lentini et al. , 1996). I quadrati, con dimensione proporzionale alla magnitudo, indicano i terremoti riportati nel Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI, Rovida et al. , 2011). Il rettangolo in giallo a tratteggio indica l’area rappresentata in Fig. 3.

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