GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale
GNGTS 2014 S essione 3.1 95 Applicazione del rilevamento del microtremore sismico per la ricerca di cavità urbane: il caso degli insediamenti trogloditi di Picenze (l’Aquila, Abruzzo) A. Moretti, G. Ferrini, A.M. Mari MeSVA, Università dell’Aquila Introduzione. Il problema della presenza di sistemi ipogei, tanto naturali quanto artificiali, nel sottosuolo di molti centri urbani d’Italia torna regolarmente alla ribalta delle notizie di cronaca con i frequenti, spesso tragici, episodi di crollo sotterraneo che troppo spesso interessano i nostri centri storici, ed altrettanto regolarmente viene ignorato dai servizi pubblici fino al successivo evento calamitoso. Anche nell’area colpita dal terremoto del 6 aprile 2009 sono numerosi i centri urbani interessati da complessi sistemi di caverne, e spesso da fenomeni di instabilità che pongono seri problemi alla ricostruzione delle aree terremotate. In effetti il problema non è di facile soluzione, visto che molti dei cunicoli sotterranei sono accessibili solo da speleologi esperti con notevole rischio personale, talvolta assolutamente inaccessibili e di molti si è finanche persa completamente memoria. Tra i molti paesi del contado aquilano interessati dal fenomeno, gli scriventi hanno studiato in dettaglio la situazione presente nel paese di Picenze, dove hanno censito e rilevato circa 50 cavità, delle quali almeno 20 di volumetria superiore ai 500 m 3 e lunghezza fino a 30- 40 m dall’ingresso. La struttura relativamente regolare di molti ipogei, comune anche ad altre città troglodite in diverse parti del mondo, ci ha permesso di ipotizzare la presenza e l’andamento di ampie porzioni di sotterranei, attualmente inaccessibili ma estese sotto ampie porzioni di fabbricati, strade o piazze; altre indicazioni derivano direttamente dal rilevamento speleologico, dove ampi tratti di galleria sono ostruite da crolli o da sbarramenti antropici facendo ragionevolmente presumere la prosecuzione delle caverne; molte informazioni derivano anche dalla memoria degli anziani del paese, che ricordano come molte cavità, attualmente non più visibili, fossero ancora in uso nel secondo dopoguerra. Per confermare o meno la presenza di questi cunicoli (che in ogni caso dovranno essere definite in dettaglio tramite perforazioni e con il rilevamento speleologico), è indispensabile rivolgersi in prima istanza a metodi geofisici non invasivi. Escludendo la tomografia sismica e geoelettrica, possibile solo lungo le vie perimetrali degli aggregati edilizi e peraltro già eseguita con scarso successo da operatori commerciali, abbiamo pensato di rivolgerci allo studio dei microtremori naturali, verificando in primo luogo la possibilità di utilizzare questa tecnica per la ricerca delle cavità. Sono stati quindi studiati alcuni casi in cui la presenza della cavità è certa e geometricamente definita. Nello specifico sono stati analizzate due cavità, posizionate la prima sotto il piano stradale di un vicolo all’interno dell’abitato, la seconda sottostante un gruppo di edifici attraversato, per la sua totalità, da un ampio complesso ipogeo ( Ju’Rotton de ‘Ciatt ) con accesso dai due aggregati adiacenti e quindi sottratto all’osservazione dei più diretti interessati. Per poter individuare e valutare le variazioni negli spettri di risposta microsismica dovuti alla presenza in sottosuolo di vuoti e cavità, è stato preventivamente necessario definire con lamassima accuratezza la geologia, la stratigrafia ed i caratteri microsismici dell’area (vedi Moretti e Ferrini, in questo volume). In particolare nei depositi della copertura sedimentaria sono stati distinti 4 termini litostratigrafici locali, solo in parte coincidenti con quanto riportato nelle mappe di microzonazione e nella nuova cartografia d’Italia in scala 1:50.000. Nel corso delle indagini sono state eseguite oltre 100 misure di microtremore sismico, con tempo di acquisizione di 30 min. e frequenza di campionamento di 256 Hz, utilizzando il sismografo digitale TROMINO della ditta Micromed, ed il relativo software dedicato GRILLA. Tra tutte le misure eseguite ne sono state selezionate 47 con sufficiente qualità e buon accoppiamento con il suolo, ed utilizzate per definire la risposta sismica locale media ed il modello sismostratigrafico di riferimento tramite l’inversione dei dati del rapporto H/V (Fig.1). Le misure sono state eseguite in parte in sottosuolo, a diretto contatto con il pavimento
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