GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

96 GNGTS 2014 S essione 3.1 calcareo-marnoso, in parte nei locali interrati degli edifici, nelle corti e nei vicoli circostanti. In linea di massima tutte le misure sono confrontabili tra loro e la risposta microsismica è, in generale, abbastanza uniforme in tutta l’area indagata, rivelando, nonostante la prossimità del sito al sistema delle faglie neogenico-quaternarie che bordano il graben dell’Aterno, una buona uniformnità della stratigrafia di sottosuolo. Nel grafico di Fig. 1, in basso, vengono riportati gli spettri complessivi del rapporto H/V delle 47 misure selezionate, tanto in sottosuolo che al suolo. Si evincono facilmente due picchi principali: il primo, ben marcato, alla frequenza di 1.8 Hz ed un secondo, meno marcato, tra 4 e 5 Hz. Si nota una evidente dispersione del segnale spettrale a frequenze maggiori di 50-60 Hz, per l’effetto degli strati antropici superficiali (pavimentazione stradale od edile, solette in cemento, detriti, tubature, fognature ecc.); come è lecito aspettarci, la dispersione è notevolmente inferiore nelle misure eseguite negli ipogei, anche a causa del migliore accoppiamento dello strumento con la roccia in posto. Nella Fig. 1 è riportato anche il modello di velocità che meglio approssima la dispersione osservata, accompagnato da una colonna litostratigrafica sintetica ricavata dall’integrazione dei dati geofisici con quelli geologici rilevati in campagna, in sottosuolo ed estrapolati da numerosi sondaggi. La velocità di partenza delle onde sismiche, necessaria alla costruzione del modello e relativa all’intervallo più superficiale, è stata stimata, in prima approssimazione, in base ai primi arrivi delle onde P misurata in tre profili sismici attivi eseguiti in sottosuolo, a diretto contatto con le marne calcaree. Una volta stimata la velocità delle onde S nel primo strato e calcolata la profondità della discontinuità relativa, è stato possibile ricavare le velocità e le profondità degli strati più profondi confrontando, con approssimazioni successive, lo spettro sintetico con la media di quelli osservati. Infine, il modello ottenuto è stato verificato confrontando le velocità stimate per lo strato sedimentario più profondo con quelle ricavate dalla sismica attiva per i corrispondenti litotipi affioranti a poca distanza presso la frazione di Petogna (vedi schema geologico in Fig.1). Fig. 1 – In alto: schema stratigrafico dell’area studiata, e miglior modello di velocità delle onde S, ricavato invertendo i dati del microtremore sismico. - In basso: curva sintetica corrispondente al modello di velocità scelto, sovrapposta alle tracce del rapporto H/V delle 47 misure selezionate. La discontinuità sismica più profonda, corrispondente al picco a circa 1.8 Hz, è relativa all’interfaccia tra le brecce basali (Brecce di Petogna) e la successione argilloso-pelitica (Argille e Limi di Villa di Mezzo).

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