GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale
GNGTS 2014 S essione 3.1 111 La geometria d’acquisizione utilizzata, consentendo un fitto campionamento spaziale e tem- porale in un ampio intervallo di offset, ha permesso una ricostruzione di dettaglio delle geome- trie del bedrock sismico e dell’accumulo di sedimenti di copertura all’interno dell’area indaga- ta. Gli idrofoni sono adagiati sul fondo del mare ad una profondità che varia da 1 metro a 2.8 m. Le energizzazioni sono state eseguite ad una profondità di 0.5 m dalla superficie del mare. Metodologia. La prima fase dell’elaborazione a rifrazione è stata la lettura dei tempi relativi alle onde dirette e rifratte. La lettura dei tempi di primo arrivo è stata eseguita su tutte le tracce dei profili sismici acquisiti. Il controllo sulla qualità delle letture è stato ottenuto graficando i primi arrivi in funzione della posizione sul terreno (dromocrone) ed utilizzando le regole di parallelismo e reciprocità descritte da Ackerman (1986). Le letture delle fasi dirette e rifratte, dopo essere state accuratamente verificate, sono state poi invertite sulla base di un modello iniziale di velocità 1D che viene discretizzato in piccole celle a velocità o gradiente costante. La stima iniziale delle velocità del sottosuolo è stata ottenuta mediante le procedure tradizionali di analisi di rifrazione (e.g. Burger, 1992). La dimensione delle celle della maglia e, di conseguenza, la risoluzione del modello di velocità dipende dalla geometria di acquisizione (numero di energizzazioni e numero di ricevitori) e dalla copertura del raggio. Maggiore è il numero di raggi che si incrociano maggiore è la probabilità di ottenere una soluzione stabile. Poiché la copertura del raggio diminuisce con l’aumentare della profondità, anche la significatività del modello di velocità diminuisce con la profondità (Stefani, 1995). Generalmente, la massima profondità che può essere investigata dal metodo tomografico è pari a 1/3 – 1/4 della lunghezza del profilo. Il modello di velocità iniziale viene iterativamente corretto per determinare la migliore distribuzione velocità sulla base del confronto tra i tempi di arrivo misurati e quelli teorici basati sul modello di velocità “a priori” del sottosuolo. Tramite il modello di velocità in ingresso, vengono creati i tempi di arrivo teorici per ciascuna coppia sorgente-geofono via Fig. 2 – Immagine di Google Earth dell’area di Capo Granitola (TP) e localizzazione delle linee sismiche acquisite. Con i punti gialli sono rappresentati le posizioni degli idrofoni della linea n. 1, con i punti verdi quelli delle linea n. 2 e con i punti rosa quelli della linea n. 3. Gli idrofono del profilo n. 4, perpendicolare ai tre precedenti, è rappresentato dai punti blu. La posizione di tutti gli shot point eseguiti è raffigurata dai punti rossi.
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