GNGTS 2014 - Atti del 33° Convegno Nazionale

distanza dal suolo, benché sia supportata da un sistema parzialmente ammortizzato, essa non è utilizzabile in presenza di ostacoli come pietre e cespugli o comunque oggetti sporgenti dal terreno; la direzione d’acquisizione è stata fortemente condizionata dall’andamento delle arature obbligando a procedere parallelamente ad esse per evitare un eccessivo effetto di saltellamento dell’antenna; poiché per la correzione differenziale del dato GPS è stata utilizzata la rete di stazioni fisse SarNet (http://www.sarnet.it) tramite connessione GPRS, occasionali problemi sulla rete hanno comportato la sospensione dell’acquisizione fino al ripristino del servizio; la dimensione complessiva dell’apparato che tra veicolo e antenna raggiunge quasi sette metri di lunghezza e due di larghezza (chiaramente la lunghezza può variare in funzione della vettura utilizzata per il rimorchio) non permette di operare su aree ristrette e quindi piccole porzioni ai bordi delle aree da investigare non sono state completamente indagate. Limitatamente all’area dei vecchi scavi, oltre all’indagine GPR, sono state eseguite anche una prospezione magnetica e una prospezione FEM. Ulteriori 29 Tomografie elettriche (ERT) sono state condotte su una piccola area test di 28x11,75 m, con 48 elettrodi spaziati di 25 cm in modalità Wenner-Schlumberger, sempre all’interno dell’area degli scavi degli anni 70. Preliminarmente all’inizio delle indagini sul terreno è stata eseguita un’analisi delle foto aeree e satellitari. L’elaborazione dei dati GPR è stata eseguita mediante il software dedicato GredHD e i dati ERT sono stati invertiti mediante il software Res2DInv. I dati magnetici ed elettromagnetici sono stati preliminarmente ripuliti degli spikes e quindi rappresentati mediante vari software di visualizzazione. Discussione dei risultati. La discussione dei risultati ottenuti da questa campagna geofisica parte dai dati della campagna del 2014, nell’area di proprietà della Curia arcivescovile di Oristano dove sono stati successivamente eseguiti i saggi di scavo che hanno consentito di interpretare le varie tipologie di anomalie registrate per poi estendere l’interpretazione ai dati del 2013, dove non è stato ancora possibile eseguire gli scavi. Di seguito vengono illustrati e discussi i risultati della prospezione GPR. L’area di proprietà della Curia arcivescovile di Oristano (prospezione 2014). Le indagini condotte sull’area di proprietà della Curia arcivescovile di Oristano hanno chiaramente mostrato la presenza di anomalie estese ben oltre i limiti dei precedenti scavi. Sia i dati GPR che quelli FEM hanno mostrato la presenza di anomalie allineate secondo direttrici ben precise, che in alcuni casi sono perfettamente coerenti con i dati provenienti dagli scavi archeologici degli anni ‘70. L’indagine magnetometrica non ha purtroppo restituito risultati di particolare interesse nelle aree ancora non scavate probabilmente per via della diffusa presenza di blocchi di basalto sepolti, provenienti dal piccolo nuraghe presente nel sito, mentre ha ben definito i bordi e i resti dei vecchi scavi che attualmente sono nuovamente sepolti. Sono state identificate anche altre direttrici di anomalie che restano di dubbia interpretazione. I risultati delle tomografie elettriche, eseguite parallelamente a distanza di un metro l’una dall’altra, in alcuni casi hanno evidenziato la presenza di anomalie isolate alla profondità di circa 50-100 cm. Sulla base dei risultati della prospezione GPR sono stati effettuati saggi di scavo nell’ambito di cinque quadrati (di 100 mq ciascuno) nel settore meridionale dell’area. I dati più rilevanti sono stati acquisiti nei quadrati SE-B3-79 e SE-B3-89 dislocati immediatamente a sud dell’area precedentemente scavata e dove, fino a questo momento, si riteneva non ci dovessero essere ulteriori sviluppi della necropoli. L’analisi geofisica ha verificato, lungo un’asse NNE / SSO dei citati quadrati 79 e 89, per una lunghezza di m 15 ed una larghezza di circa m 3, una sequenza di anomalie a quote varie. Due anomalie inclinate sovrastanti le altre, di piano trapezoidale di circa m 2,25 di lunghezza x 0,60 di larghezza, si sono rivelate pertinenti a due betili troncoconici; l’anomalia trapezoidale più meridionale del quadrato 89 si è definita come appartenente ad un betilo in arenaria. Un secondo betilo, di dimensioni analoghe al precedente, corrispondente alla seconda anomalia trapezoidale, è stato individuato nel quadrato 79. 182 GNGTS 2014 S essione 3.2

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