GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

Gli elementi di novità introdotti dal piano nazionale di prevenzione del rischio sismico riguardano, in particolare, gli strumenti di prevenzione individuati. Tra questi, la microzonazione sismica (MS), che ha visto un significativo sviluppo e diffusione negli ultimi trent’anni. Dopo l’emanazione della prima ordinanza (OPCM 3907/10), tutte le Regioni hanno legiferato per recepire nella pianificazione urbanistica le indagini di microzonazione sismica, vincolando l’approvazione dei piani alla preventiva realizzazione e valutazione degli studi di MS. Inoltre, tutte le Regioni hanno adottato gli standard per le indagini di MS (il riferimento sono gli “Indirizzi e criteri”, predisposti nel 2008 dal Dipartimento della Protezione Civile con le Regioni; Gruppo di lavoro MS, 2008) e gli standard di archiviazione informatica definiti da una Commissione tecnica interistituzionale appositamente predisposta, garantendo l’omogeneità e la confrontabilità dei risultati sul territorio nazionale (Commissione tecnica MS3907, 2014). L’attività istruttoria svolta dalla Commissione Tecnica ha consentito di validare ad oggi circa 700 studi di MS relativi alle prime tre annualità. Su un campione di 532 di questi studi sono state elaborate alcune statistiche (Commissione tecnica MS3907, 2015). Considerando la pericolosità sismica locale, dall’analisi degli studi pervenuti, è emerso che circa 64 kmq su un totale di 1.613 kmq circa ricadono in zone stabili, ossia meno del 4%. Circa 234 kmq ricadono in zona instabile (il 14%) e circa 1300 kmq sono classificati come zone suscettibili di amplificazione (FA), ossia l’81% dell’intero territorio indagato (Tabb. 1 e 2). L’analisi del numero e delle dimensioni delle zone evidenzia: • le zone stabili suscettibili di amplificazione sono numericamente le più rappresentate e mediamente le più estese, in particolare in Lombardia, ma anche in Puglia e Piemonte; • anche le zone instabili sono numericamente significative, ma sono le meno estese (dimensione media inferiore ai 0,04 km 2 ); • le zone stabili sono numericamente le meno rappresentate, con estensione media che varia tra 0,03 km 2 in Calabria e Basilicata e 0,51 km 2 in Lombardia. La maggiore estensione delle zone omogenee nei centri abitati popolosi potrebbe essere spiegata con la maggiore diffusione di tali centri in aree di pianura, dove la minore complessità geologica consente di definire zone omogenee più estese. Le zone suscettibili di amplificazione sono, dunque, le più rappresentate e inoltre, considerando il numero di indagini disponibili, la maggiore disponibilità caratterizza proprio tali zone che, però, sono anche, mediamente, le più estese. Le indagini nelle zone suscettibili di amplificazione, infatti, rappresentano il 72% del totale, mentre le stesse zone numericamente rappresentano il 52% del totale e l’81% della superficie su cui sono stati svolti studi di microzonazione. Questi dati, anche se parziali, e queste percentuali evidenziano i maggiori approfondimenti realizzati per caratterizzare quantitativamente l’entità delle amplificazioni dei terreni nelle aree potenzialmente soggette a modificazioni dello scuotimento sismico. Le instabilità, per faglie attive e capaci e per fenomeni di liquefazione, sono state già trattate in specifiche linee guida per la gestione del territorio interessato da tali fenomeni (Commissione tecnica 3907, 2015b, 2015c). Alla luce dei dati descritti, si ritiene necessario affrontare la definizione di procedure standard e condivise sull’uso del territorio in questo tipo di zone. Esperienze regionali di applicazione delle carte di MS nella pianificazione territoriale. In questi anni, alcune Regioni hanno avviato l’utilizzo delle carte derivate dagli studi di MS per applicazioni nel campo della pianificazione. Si riportano sinteticamente, come esempio, le procedure definite dalla Regione Toscana, dall’Emilia-Romagna e dalla Lombardia. Regione Toscana (Decreto del Presidente della giunta regionale del 25 ottobre 2011, n. 53/R -Regolamento di attuazione dell’articolo 62 della legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 (Norme per il governo del territorio) in materia di indagini geologiche). La sintesi di tutte le informazioni derivanti dallo studio di MS di livello 1 (carta delle MOPS) deve consentire di valutare le condizioni di pericolosità sismica dei centri urbani secondo una graduatoria articolata in 4 classi: GNGTS 2015 S essione 2.2 55

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