GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

Si definiscono poi 3 livelli di approfondimento degli studi di MS, riferendosi alla classificazione sismica del territorio regionale: • 1° livello (fase pianificatoria): obbligatorio in tutte le zone sismiche (2, 3 e 4); • 2° livello (fase pianificatoria): nelle zone sismiche 2 e 3 è obbligatorio negli scenari di pericolosità sismica locale Z3 e Z4, se interferenti con l’urbanizzato e urbanizzabile, ad esclusione delle aree già inedificabili; nelle zone sismiche 4 è obbligatorio negli scenari di pericolosità sismica locale Z3 e Z4 solo per edifici strategici e rilevanti di nuova previsione (elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n. 19904/03); • 3° livello (fase progettuale): nelle zone sismiche 2 e 3 è obbligatorio nelle aree indagate con il 2° livello quando FA calcolato è maggiore del valore di soglia comunale (definito dalla Regione) ed è obbligatorio negli scenari di pericolosità sismica locale Z1 e Z2; nelle zone sismiche 4 è obbligatorio nelle aree indagate con il 2° livello quando FA calcolato è maggiore del valore soglia comunale e negli scenari di pericolosità sismica locale Z1 e Z2 per gli edifici strategici e rilevanti. Si compone infine una “Carta di fattibilità geologica” delle azioni di piano, redatta alla stessa scala dello strumento urbanistico, desunta dalla carta di sintesi e dalla carta dei vincoli (per gli ambiti ricadenti entro le fasce fluviali e le aree in dissesto PAI) attribuendo un valore di classe di fattibilità a ciascun poligono (valore di ingresso). Al mosaico della fattibilità devono essere sovrapposte, con apposito retino “trasparente”, le aree soggette ad amplificazione sismica locale desunte dalla carta di pericolosità sismica locale (carta dei FA). Le aree a pericolosità sismica locale individuate (con valori diversi di FA) devono essere riportate nella carta di fattibilità, distinguendo quelle con FA maggiore di un valore di soglia comunale (definito dalla Regione) da quelle con FA minore. Tale sovrapposizione non comporta quindi un automatico cambio di classe di fattibilità, ma fornisce indicazioni su dove poter utilizzare, in fase di progettazione, lo spettro di risposta elastico previsto dal d.m. 14 gennaio 2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni), oppure dove sia necessario realizzare preventivamente gli studi di 3° livello, fermo restando la possibilità di utilizzare i parametri di progetto previsti dalla normativa nazionale per la categoria di suolo superiore. La carta di fattibilità è dunque una carta di pericolosità che fornisce indicazioni in ordine alle limitazioni e destinazioni d’uso del territorio. La carta deve essere utilizzata congiuntamente alle “norme geologiche di piano” che riportano la relativa normativa d’uso (prescrizioni per gli interventi urbanistici, studi ed indagini da effettuare per gli approfondimenti richiesti, opere di mitigazione del rischio, necessità di controllo dei fenomeni in atto o potenziali, necessità di predisposizione di sistemi di monitoraggio e piani di protezione civile). L’utilizzo della carta di MS, zone con amplificazioni, è funzionale dunque alla carta di fattibilità geologica ed esistono 2 classi di pericolosità (pericolosità alta e bassa) divise da una valore di FA comunale definito dalla Regione. Disciplina d ’ uso del suolo nelle zone instabili. Il tema della gestione del territorio in aree interessate da fenomeni di instabilità cosismica (faglie attive e capaci, liquefazioni) è stato affrontato predisponendo delle specifiche linee guida (Commissione tecnica 3907, 2015b, 2015c). La pianificazione urbanistica e territoriale in tali zone è stata disciplinata facendo riferimento alle categorie urbanistiche e alle condizioni di maggiore o minore pericolosità (ZA, zona di attenzione; ZS, zona di suscettibilità; ZR, zona di rispetto). Le tre categorie urbanistiche alle quali si è fatto convenzionalmente riferimento sono: • aree edificate (recenti o consolidate). Aree urbanizzate ed edificate di diverso livello di completamento, consolidamento e stratificazione. Comprendono centri storici, tessuti consolidati, aree in completamento con usi residenziali, produttivi, a servizio o misti; • aree non edificate (con previsione di trasformazione). Aree non edificate, parzialmente edificate o con previsione di nuovi insediamenti - residenziali, produttivi, a servizio o misti - di manufatti edilizi, di infrastrutture e reti. Tali aree possono trovarsi sia in adiacenza ad aree edificate, sia in contesti ancora non urbanizzati; 58 GNGTS 2015 S essione 2.2

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