GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

VALUTAZIONE DELLE FRANE SISMOINDOTTE PER LA MICROZONAZIONE M. Compagnoni, F. Pergalani Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Politecnico di Milano, Italia Premessa. Nell’affrontare la valutazione del rischio associato all’attivazione di frane sismo- indotte è possibile seguire due diversi tipi di approccio, a seconda che si voglia considerare un singolo evento franoso oppure un’intera area: si parla rispettivamente di analisi puntuale e di analisi areale. Il percorso metodologico proposto parte da un approccio di tipo areale per arrivare poi ad un approccio di tipo puntuale una volta identificate le aree più pericolose. L’analisi di tipo areale è finalizzata alla predisposizione di mappe che forniscano un quadro complessivo delle condizioni di stabilità per tutto il territorio e alla identificazione delle aree più critiche. Questo consente poi di classificare i vari movimenti franosi in base al loro livello di potenziale pericolosità, informazione da impiegarsi poi per analisi successive di maggior dettaglio a livello puntuale. Tale riconoscimento passa attraverso uno studio geologico e geomorfologico a scala opportuna (1:5.000 – 1:10.000), il cui risultato può essere identificato con la predisposizione di: una carta geologica, una carta geomorfologica, una carta litotecnica ed infine di una carta delle frane e delle aree potenzialmente franose, utilizzando sia dati esistenti, sia analisi delle foto aeree, sia rilievi di campagna; una schedatura di tali aree al fine di immagazzinare i dati caratteristici; un controllo sull’evoluzione dei movimenti franosi, sia con tecniche tradizionali, sia con tecniche innovative (quali l’interferometria SAR). A seguito della caratterizzazione ed identificazione dei movimenti franosi, l’analisi delle loro condizioni di stabilità è effettuata attraverso la valutazione dei coefficienti di sicurezza in condizioni statiche e pseudo-statiche, nonché tramite una stima speditiva degli spostamenti potenzialmente indotti dal sisma. Le fasi, i dati e le metodologie necessarie all’esecuzione di analisi areali possono essere così schematizzati: • analisi dei documenti storici, che possono fornire una prima indicazione dell’evoluzione temporale dei movimenti franosi; • analisi statistica delle caratteristiche rilevate, al fine di effettuare una prima individuazione areale della pericolosità del territorio; • individuazione o stima della profondità delle superficie di scivolamento delle frane in atto; • stima speditiva dei parametri geotecnici necessari alle analisi numeriche preliminari; • individuazione dei parametri caratteristici del moto sismico atteso nell’area in esame: • analisi di stabilità speditive: stima del coefficiente di sicurezza ( Fs ) in condizioni statiche, individuazione del coefficiente di accelerazione orizzontale critica ( K c ) tramite approcci pseudo-statici, valutazione approssimata degli spostamenti sismo-indotti mediante correlazioni empiriche calibrate statisticamente. A livello areale, l’analisi di stabilità è condotta suddividendo artificialmente l’area di riferimento in un numero finito di celle elementari, ciascuna ipotizzata indipendente dalle celle contigue. Tale operazione è di norma condotta grazie al supporto di un opportuno Sistema Informativo Geografico (GIS). La valutazione dei fattori di sicurezza Fs è effettuata utilizzando il metodo del pendio indefinito basato sul concetto dell’equilibrio limite (Graham, 1984). L’analisi è effettuata lungo una sezione, assumendo per la stessa uno spessore unitario, per tale motivo le forze agenti sono considerate parallele alla superficie di scorrimento. Il valore del fattore di sicurezza è calcolato attraverso la seguente equazione: 68 GNGTS 2015 S essione 2.2

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