GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

Queste attività, avviate alla fine degli anni ‘90 nell’ambito del Progetto VEL (Ferrini et al ., 2007) sono state utilizzate come base conoscitiva di partenza per l’attività di microzonazione di terzo livello effettuata dal Gruppo di Lavoro multidisciplinare (denominato GdL Fivizzano) costituitosi nel 2013. Il GdL Fivizzano, istituito dalla Regione Toscana di concerto con il Dipartimento della Protezione Civile nazionale, è pervenuto ad una stima quantitativa dell’amplificazione locale nel centro abitato di Fivizzano, mediante le seguenti fasi di analisi: 1. definizione del modello di sottosuolo definitivo dell’area (D’Intinosante et al. , 2014) mediante l’analisi integrata dei dati geologici di superficie e di sottosuolo sia pregressi (campagne d’indagine 2000-2006) che di nuova elaborazione (2013-2014); 2. realizzazione di analisi di risposta sismica locale monodimensionali e bidimensionali e calcolo di diversi fattori di amplificazione al fine di individuare i più idonei per la quantificazione dell’amplificazione nell’area d’indagine; 3. estrapolazione areale dei risultati ottenuti in termini di fattori di amplificazione e conseguente definizione della carta di Microzonazione sismica di terzo livello. La presente nota si propone di illustrare sinteticamente le attività riportate al precedente punto 2, discutendo le scelte metodologiche effettuate durante il complesso lavoro di ricostruzione del modello fisico-tecnico di sottosuolo e della sua trasposizione in modello numerico, finalizzato alle analisi di risposta sismica locale. Modello numerico e risultati delle analisi di risposta sismica locale. L’input sismico è stato definito mediante la procedura messa a punto dall’Università di Pavia nell’ambito di un Accordo di Collaborazione Scientifica con la Regione Toscana (http://www.regione.toscana. it/speciali/rischio-sismico/banche-dati). In tale ambito è stato sviluppato il codice di calcoloSCALCONA2.0 ( SCALing of COmpatible Natural Accelerograms ) che, in funzione del sito e del periodo di ritorno considerato, restituisce una combinazione di sette accelerogrammi compatibili con gli spettri NTC08 per condizioni di roccia piana affiorante (Cat. A – T1) (Zuccolo et al. , 2011, 2012, 2014; Rota et al. , 2012). In particolare, per tutto il territorio toscano, è possibile selezionare differenti periodi di ritorno (30, 50, 72, 101, 140, 201, 475, 712 e 949 anni). Ai fini della microzonazione sismica del centro abitato di Fivizzano per l’input sismico è stato scelto un periodo di ritorno di 475 anni, in accordo con altri studi nazionali ed internazionali (Ansal et al. , 2009). Definito il modello di sottosuolo in termini sia di caratteristiche morfologiche e geometriche sepolte sia di parametrizzazione dinamica dei terreni (D’Intinosante et al. , 2014) si è proceduto ad una preliminare disamina di alcune delle verticali di output, mediante analisi numeriche monodimensionali, al fine di stabilire quale fosse l’ottimale quota di imposizione dell’input (bedrock sismico) tra due ipotesi di lavoro proposte al GdL. Secondo la prima ipotesi, definita “superficiale”, l’input sismico è stato posto in corrispondenza della prima formazione rocciosa (con V S ≥800 m/s) incontrata al di sotto delle coperture alluvionali-detritiche; le quote corrispondenti a questi contatti sono molto variabili all’interno della zona di studio. La seconda ipotesi di lavoro è stata definita “profonda” ed è consistita nella imposizione dell’input sismico in corrispondenza della formazione del Macigno (MAC). Essa per quasi tutta l’interezza dell’area di Fivizzano è sottostante alle formazioni argillitiche e calcaree dell’Unità alloctona di Canetolo. La prima ipotesi presenta il vantaggio di utilizzare un’ottima caratterizzazione fisico-meccanica di tutte le formazioni interessate, ampiamente raggiunte dalle indagini geofisiche eseguite. Nella seconda ipotesi, aumentando notevolmente la profondità d’interesse, diminuiscono progressivamente con la profondità la qualità e la quantità dei dati disponibili, con conseguenti maggiore ignoranza incertezza sui reali valori dei parametri nel modello di input assunti nelle analisi numeriche. Dopo l’analisi numerica 1D preliminare, nonostante le maggiori incertezze associate all’assetto profondo, è stata scelta la seconda ipotesi poiché ha consentito una maggiore omogeneità di analisi tra le differenti sezioni (unico bedrock sismico posto a quote comparabili) 102 GNGTS 2015 S essione 2.2

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