GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

GNGTS 2015 S essione 2.2 133 Per la progettazione degli array è stato utilizzato il software Warangps (pacchetto Geopsy , http://www.geopsy.org/ ), che data una geometria permette di ricavare la risposta in termini di Array Transfer Function ed il range di validità della curva di dispersione. Con il tentativo di definire il profilo di velocità fino alla discontinuità che vincola il picco sulla curva H/V a 0.18 Hz, è stata trascurata la risoluzione nei depositi superficiali, che sono stati definiti dalla MASW, grazie alla quale è stato possibile calcolare una V s,30 = 253 m/s (categoria C di normativa, NTC 2008). I tre array sismici sono stati progettati considerando una stazione centrale e due diversi raggi ( r min e r max ). L’array 1 è stato progettato settando r min = 50 m ed r max = 100 m, l’array 2 settando r min = 150 m e r max = 300 m ed l’array 3 settando r min = 400 m e r max = 1 km (Fig. 1a). Per ricavare le curve di dispersione delle onde di Rayleigh, i dati acquisiti sono stati elaborati utilizzando il software Geopsy (http://www.geopsy.org/ ). Per ogni array, elaborato con metodi precedentemente descritti, è stata considerata la curva meglio determinata dalle rielaborazioni, selezionando il tratto che ricade all’interno del range di validità individuato con Warangps . Le curve di dispersione selezionate per i tre array permettono di studiare il range di frequenze compreso tra circa tra 0.2 Hz e 4 Hz. Per l’inversione sono state considerate congiuntamente le curve degli array e la curva di dispersione fornita dall’indagine MASW. Per questa operazione è stato utilizzato il software Dinver (pacchetto Geopsy, http://www.geopsy.org/ ). La principale difficoltà nel risolvere il problema inverso è stata la non univocità della soluzione, ovvero l’individuazione di diversi modelli del sottosuolo (diversi profili di velocità) in grado di riprodurre la stessa curva di dispersione con valori di misfit assai simili. Considerando quanto detto, sono stati fatti diversi tentativi di inversione, solo con le curve di dispersione o solo con la curva di ellitticità, per poi effettuare un’inversione congiunta, considerando le curve di dispersione e i risultati dell’analisi H/V. La curva di ellitticità è stata stimata a partire da quella H/V, utilizzando il fianco destro del picco a 0.18 Hz, ridotto di √2 al fine di correggere la curva dalla contaminazione delle onde di Love e di volume (Foti et al. , 2011). Tra i modelli ottenuti è stato selezionato quello risultante dall’inversione congiunta tra le curve di dispersione e la curva di ellitticità stimata (Fig. 2b), in quanto è risultato essere il più affine ai dati geologici e stratigrafici disponibili per l’area di studio (Fig. 2a). Il profilo di v s evidenzia una serie di discontinuità superficiali che entro i primi 100 m dal piano campagna portano la velocità a circa 450 m/s. In particolare le discontinuità a -30 m e -70 m si correlano bene con quanto descritto dalle stratigrafie ricavate dai pozzi AGIP disponibili (Regione Lombardia, Eni divisione Agip, 2002). Tra -100 e -200 m la velocità si mantiene costante per poi subire un brusco aumento a circa Fig. 2 – a) Un estratto semplificato della geometria degli acquiferi relativi all’area in studio con indicata la posizione del pozzoAgip Soresina1(Regione Lombardia, Eni DivisioneAgip, 2002); b) modello di v s ottenuto dell’inversione congiunta delle curve di dispersione degli array sismici e della curva di ellitticità stimata a partire dal picco H/V a 0.18 Hz.

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