GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

• osservazioni macrosismiche associate a fenomeni di liquefazione verificatisi sul territorio ligure così come censite nel “Italian Catalogue of Earthquake-Induced Ground Failures (CEDIT)” (Fortunato et al. , 2012). Specificamente, a ciascuna area comunale è stata associata una coppia di valori a g - M in funzione dei quali è stato stabilito se il territorio comunale potesse essere potenzialmente soggetto al fenomeno della liquefazione. Operativamente, la procedura proposta si basa su tre fasi principali: 1. definizione di una mappa ove a ciascun Comune viene attribuito un valore di magnitudo ottenuto dalla disaggregazione 1D della pericolosità sismica ovvero dei tassi di eccedenza dei valori di a g corrispondenti ad un periodo medio di ritorno (MRP) di 2475 anni. L’analisi di disaggregazione è stata condotta per 176 siti, corrispondenti ai nodi della griglia adottata per la redazione della mappa di pericolosità sismica nazionale (Gruppo di Lavoro MPS, 2004) interni al perimetro regionale. A titolo d’esempio, Fig. 1a mostra la distribuzione 1D dei contributi alla pericolosità sismica per un sito (Lat: 44.2253; Lon: 8.3963) nel Comune di Spotorno (SV). A scopo di confronto, in Fig. 1b è presentata la distribuzione (PMF – Probability Mass Function ) M - R . Si noti che cumulando, per ciascun intervallo di magnitudo, i contributi di tutti gli scenari M - R lungo l’asse delle distanze è possibile ottenere un istogramma del tutto analogo a quello mostrato in Fig. 1a. Si noti inoltre che, sebbene in questo esempio non si riscontrino differenze nei valori modali di magnitudo M * (si ricorda che la moda di una distribuzione corrisponde allo scenario che fornisce il maggior contributo alla pericolosità sismica), la magnitudo modale ricavata da disaggregazione 1D potrebbe non coincidere con quella determinata da disaggregazione 2D o 3D. Al contrario la magnitudo media M è indipendente dallo schema di disaggregazione. I valori medi e modali di magnitudo ottenuti per ciascun sito sono stati quindi mappati ed interpolati così da ottenere distribuzioni continue di M per l’intero territorio ligure. In Fig. 2a è rappresentata la mappa relativa alla distribuzione dei valori medi di magnitudo; in Fig. 2b è mostrata quella relativa ai valori modali. Affinché all’interno di un territorio comunale sia possibile escludere il fenomeno della liquefazione, non devono essere presenti porzioni con M * e M maggiori o uguali a 5. In caso contrario viene considerato il valore massimo (tra M * e M ; d’ora in avanti, ove non specificato, M potrà indicare indifferentemente M * o M ovvero il valore massimo tra le due magnitudo) all’interno del territorio comunale. In generale, comunque, confrontando le due mappe, l’utilizzo del valore modale conduce a risultati più conservativi, con un maggior numero di comuni passibili di fenomeni di liquefazione; 2. sovrapposizione dellamappa di pericolosità sismica, ovvero dei valori di a g corrispondenti ad un dato MRP (in questa fase sono stati considerati i valori di a g associati a 475, 975 e 2475 anni), alla mappa della magnitudo attesa. In questa fase vengono individuati tutti i comuni per i quali il valore di M e a g superano i limiti fissati per non poter escludere il verificarsi della liquefazione. Le aree comunali ove M è maggiore o uguale a 5 e, contemporaneamente, a g è maggiore o uguale a 0.1 g sono aree dove non è possibile escludere a priori il verificarsi di fenomeni di liquefazione. La mappa in Fig. 3 mostra i comuni passibili di fenomeni di liquefazione (aree rosse) rispetto a quelli dove, al contrario, la probabilità di occorrenza di detti fenomeni è bassa o nulla (aree bianche); 3. verifica delle mappe definite al punto precedente sulla di osservazioni di fenomeni di liquefazione durante terremoti storici. A tal proposito sono state considerate tutte le informazioni riportate nel CEDIT (Fortunato et al. , 2012). In aggiunta, sono state utilizzate le leggi empiriche proposte da Galli (2000) che mettono in relazione la magnitudo con la distanza entro cui è possibile il verificarsi della liquefazione dei terreni. I risultati della verifica sono sovrapposti alle mappe in Fig. 3: i simboli blu rappresentano i siti dove, storicamente, sono stati segnalati fenomeni di liquefazione. I cerchi tratteggiati neri, associati ai tre eventi sismici principali che hanno interessato (o sono stati risentiti) 198 GNGTS 2015 S essione 2.2

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