GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

242 GNGTS 2015 S essione 2.3 portato alla emersione di importanti quantitativi di sabbia all’interno delle autorimesse del piano seminterrato, allo scivolamento del fabbricato lungo la scarpata del paleoargine nonché a gravi lesioni delle strutture, i progettisti hanno perciò ritenuto non sottovalutabile il rischio a liquefazione dei terreni interessati all’intervento edificatorio. Le prove sismiche (Risposta Simica Locale) già eseguite prime del test site GEOSEC hanno evidenziato la presenza di una velocità media di propagazione delle onde di taglio alla profondità interessata dalle fondazioni compresa tra: 158-226 m/s. Il sottosuolo è stato quindi classificato secondo la normativa di riferimento, come appartenente alla categoria S2, “Depositi di terreni suscettibili di liquefazione”; l’accelerazione di picco attesa al sito è stata assunta pari a 0,223 g. Prove ed indagini preliminari. Prima del test site GEOSEC, in accordo con il Servizio Geologico, Sismico e dei Suoli della Regione Emilia Romagna sono state condotte ulteriori prove penetrometriche CPTU mediante penetrometro Pagani modello TG63 (200KN) al fine di ottenere una maglia di verticali note e ravvicinate. Dette prove sono state spinte sino ad una profondità di - 15 m dal p.c. Consolidamento del terreno conmetodo Prelimit tm di Geosec. Tipologia d’intervento . Per caratteristiche tecnologiche quanto operative la soluzione sperimentata per questo test site può certamente inserirsi con favore tra quelle definite di tipo “ attivo ” ovvero con tecnica del “ compaction grouting ”. Il prodotto per iniezione chimica, in seguito per brevità “miscela”, in questa fase è sottomesso a tutela del know how aziendale e dunque posto in regime di riservatezza. Questo innovativo materiale consente vantaggiosamente una efficace compattazione dello strato trattato, con conseguente riduzione dell’indice dei vuoti e del contenuto d’acqua, da cui ne deriva una maggiore resistenza a liquefazione, una minore permeabilità ed una maggiore rigidezza, grazie anche a buone proprietà meccaniche della miscela stessa. Essa infatti, a differenza delle tradizionali iniezioni cementizie, viene iniettata nel terreno a pressioni decisamente inferiori favorendo un’azione soft di permeazione, ne consegue un’azione dapprima legante e poi compattante, tale da conferire miglioramenti al mezzo trattato, anche in breve termine rispetto alle soluzioni più tradizionali, opportunamente confinati nell’intorno voluto del punto di iniezione secondo un raggio d’azione definito e verificato dalla maglia di verticali CPTU in post trattamento. Secondo le specifiche della Determina della Regione Emilia Romagna n° 12418 del 02/10/2012, gli interventi di tipo attivo devono risultare poco invasivi per le aree edificate e non devono comportare vibrazioni che possano compromettere la statica delle costruzioni. Il metodo PRELIMIT TM risponde completamente ai requisiti richiesti, in quanto i fori per l’ iniezione possono essere eseguiti anche distanti dalle strutture e comunque risultano del diametro max di 4 cm realizzabili mediante piccole colonne portatili di perforazione e in alcuni casi anche con trapani manuali evitando così l’utilizzo di attrezzature perforanti molto ingombranti quanto invasive e riducendo al minimo il disturbo sul sito. Inoltre nel metodo PRELIMIT TM risulta possibile condurre perforazioni per iniezioni chimiche inclinate, multiple anche su più livelli non necessariamente sovrapposti, secondo le precise esigenze di progettazione e sempre con connotazione di minima invasività rispetto alle soluzioni più tradizionali. Caratteristiche della miscela chimica . �� ������ ����� ��� ����� ���������� ����������� ����� In questa sede, pur nella protezione industriale della natura della miscela, possiamo affermare come nei principi della determina, anche i test di laboratorio eseguiti sulla miscela adottata dimostrano la perfetta compatibilità ambientale del prodotto secondo i dettami della delibera del comitato interministeriale 27/07/1984 e del Decreto Legislativo n. 152/2006 (tabella 2 Titolo V) con successiva modificazione del Decreto Legislativo n. 4/2008. Inoltre la miscela chimica una volta raggiunto lo stato inerte, risulta dimensionalmente stabile ovvero in grado di mantenere nel tempo dimensioni e forma (deformazioni < 0,5% - norma UNI 8069-80 - fonte: scheda tecnica del produttore).

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