GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

rappresentare il livello di rischio nel caso di deformazioni permanenti del terreno (Lanzano et al., 2013b). Nel primo caso il parametro correlato al rischio, sulla base del modello semplificato di Newmark (1967), è PGV mentre per le deformazioni permanenti del terreno il parametro correlato è PGA. Gli aspetti strutturali del manufatto sono stati desunti dalla metodologia HAZUS (FEMA, 1999) considerando tubazioni continue duttili (CP) utilizzate per il trasporto di petrolio in acciaio e giunti flangiati. Oltre alla pipeline che trasporta il petrolio greggio, l’impianto consta di tre stazioni di pompaggio, suscettibili anch’esse di danno indotto da un terremoto. In letteratura, esistono molte curve di fragilità in funzione di PGA, talvolta anche del picco di deformazione permanente (PGD) se le stazioni sono localizzate su terreni vulnerabili alla liquefazione o esposti a fenomeni franosi. Per lo studio in esame, gli stati di danneggiamento per questi componenti sono stati associati alla PGA secondo quattro livelli di danno descritti in Tab. 6 (NIBS, 2004). Tab. 5 - Stati di Rischio per le tubazioni (Lanzano et al. , 2013a). SR Livello Perdita di contenimento RS0 Lieve Perdite molto limitate RS1 Basso Perdite limitate ma distribuite nel tempo RS2 Elevato Perdite estese o multiple Tab. 6 - Stati di Danno per le stazioni di pompaggio proposta dalla metodologia HAZUS (NIBS, 2004). SD Livello Danno strutturale DS2 Lieve Lievi danneggiamenti alla struttura DS3 Moderato Considerevoli danni agli equipaggiamenti elettrici e meccanici e alla struttura che gli ospita DS4 Estensivo Altamente danneggiata la struttura e le pompe elettriche DS5 Completo Collasso della struttura Danno atteso sull’oleodotto. La Fig. 2 illustra i risultati delle stime di rischio di perdita di contenuto sull’ambiente esterno (SR) ottenuti tramite la procedura di convoluzione tra la curva di pericolosità ottenuta per ciascun sito del percorso dell’oleodotto (non mostrate) e le curve di fragilità descritte precedentemente. Sono visualizzate, a sinistra, le curve di fragilità derivate dal lavoro di Lanzano et al. (2013a) per tubazioni interrate sottoposte a deformazioni transienti (Figg. 2a e 2b) relative a rischio basso e rischio elevato. In questa elaborazione è stato utilizzato come parametro di scuotimento la PGV. In Fig. 2c è visualizzata a sinistra la curva di fragilità per tubazioni interrate sottoposte a deformazioni permanenti (Lanzano et al. , 2013b); in questo caso è stata utilizzata la PGA come parametro sismico. A destra nella Fig. 2 sono rappresentati i risultati conseguiti in termini di probabilità di osservare una perdita di contenuto sull’ambiente esterno in 50 anni: per il rischio basso sono stati ottenuti dei valori massimi di probabilità intorno al 7% (Fig. 2a) e per il rischio elevato la probabilità attesa risulta ancora più bassa, non superando il 2,5% (Fig. 2b). In condizioni invece di deformazioni permanenti (Fig. 2c), viene qui mostrato il risultato relativo soltanto al rischio elevato che risulta raggiungere valori massimi intorno al 10%. La Fig. 3 illustra il danno atteso calcolato per le 3 stazioni di pompaggio C1, C2, C3 (vedi loro ubicazione in Fig. 3b). Le curve di pericolosità (Fig. 3a) sono state convolute con le curve di fragilità (Fig. 3c) considerando i quattro livelli di danneggiamento (lieve, moderato, estensivo e completo) descritti dalla metodologia HAZUS (NIBS, 2004). La tabella di Fig. 3d mostra con GNGTS 2015 S essione 2.3 271

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