GNGTS 2015 - Atti del 34° Convegno Nazionale

Ribarič V.; 1982: Seimicity of Slovenia-catalogue of earthquakes (792 A. D. -1981) . ��� �� ����� ����������� ������ In: SZ SZRS, Publication Series A, 1-1, Ljubljana, 650 pp. Sirovich, L. and Pettenati, F.; 2004: Source inversion of intensity patterns of earthquakes: a destructive schock in 1936 northeastern Italy. Journal of geophys. Res.: solid earth, 109 , DOI: 10.1029/2003JB002919 Slejko D., Carulli G. B., Carraro F., Castaldini D., CavallinA., Doglioni C., Iliceto V., Nicolich R., Rebez A., Semenza E., Zanferrari A. and Zanolla C.; 1987: Modello sismotettonico dell’Italia Nord-Orientale . ��� �� �� �� ��� In: G. N. D. T., rendiconto n°1. Stein S. and Wysession M.; 2003: An Introduction to Seismology, earthquakes and earth structure . Blackwell Publishing, 498. Tiberi L.; 2014: Crustal tomography of the Po Plain and calibration of location procedures. ��� �� ������ �� Ph. D. Thesis in Geosciences, XXVI cycle, Università degli Studi di Trieste, 140 pp. Mappatura dell’anticlinale di Mirandola, Italia, mediante misure HVSR G. Tarabusi 1,2 , R. Caputo 1 1 Dip. Fisica e Scienze della Terra, Università di Ferrara, Italia 2 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma, Italia I terremoti del maggio 2012 (M L 5,9 e 5,8 oppure Mw 6,1 e 5,9; e.g. Pondrelli et al. , 2012) hanno avuto origine da due segmenti dell’Arco Ferrarese che rappresenta il settore più avanzato dell’Appennino Settentrionale sepolto. Entrambe le faglie sono inverse e cieche e, nel volume sovrastante, generano un tipico processo plicativo per propagazione di faglia. La loro riattivazione, infatti, ha prodotto un’ampia deformazione della superficie terrestre con sollevamenti massimi nella zona epicentrale di ca. 20-25 cm (Bignami et al. , 2012; Salvi et al. , 2012; Caputo et al. , 2015). In un contesto geologico di subsidenza regionale e di forti apporti fluviali da parte del Po e dei suoi affluenti appenninici, le strutture deformative cosismiche vengono progressivamente sepolte e la topografia tendenzialmente ‘pareggiata’ dai continui processi fluviali. Il ripetersi di simili ‘terremoti morfogenici areali’ (Caputo, 2005) può essere ovviamente riconosciuto attraverso l’interpretazione di profili sismici a riflessione (generalmente effettuati per ricerche di idrocarburi; e.g. Pieri e Groppi, 1981; Boccaletti et al. , 2004) mettendo in evidenza le variazioni stratigrafiche cumulatesi nel tempo. Dal punto di vista morfologico, invece, il riconoscimento di tali strutture attive è molto più difficile, ma un’attenta analisi delle anomalie idrografiche può suggerire la loro individuazione (Burrato et al. , 2003; 2012). La sorgente sismogenica di Mirandola, già inserita nel DISS (2015) prima dei terremoti emiliani, si basava appunto su questo tipo di osservazioni, mancando tra l’altro nell’area specifica importanti terremoti storici probabilmente a causa dei lunghi tempi di ritorno. Le esplorazioni sismiche e le indagini morfologiche hanno però entrambe dei forti limiti. Le prime, infatti, sono molto costose, non sempre disponibili e, soprattutto, sono spesso prive di informazioni sugli strati più superficiali perchè calibrate per target più profondi. Le seconde, invece hanno generalmente un largo margine di incertezza per le entità estremamente ridotte delle anomalie topografiche, in quanto rappresentative soltanto degli ultimi terremoti morfogenici. In alternativa ai due suddetti approcci, ma anche in modo complementare ad essi, con il presente lavoro ci siamo concentrati sul sottosuolo superficiale (ca. 100-200 m) che rappresenta un target di indagine cruciale per riconoscere l’attività recente di faglie sepolte. Per fare ciò è stata utilizzata una tecnica di indagine a basso costo, come le misure di rumore sismico a stazione singola, applicandola al settore di pianura padana in corrispondenza dell’anticlinale di Mirandola. Per le finalità del lavoro, quindi, sono state effettuate numerose misure tra il 2011 e il 2015, caratterizzate da una distanza variabile tra 100 m e 1 km (Fig. 1). Metodologia. Le misure di sismica passiva sono state effettuate utilizzando un tromografo digital (Tromino (R) ) che registra il rumore di fondo allo scopo di ricavare le frequenze di GNGTS 2015 S essione 1.2 75

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