GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale
98 GNGTS 2016 S essione A matrice emerge che il parametro che ha una grande variabilità è la Mw. Questa differenza è molto marcata per il main shock, dove in più di metà dei casi la Mw è 6.2, ma ben in due casi è una Mw 6.0. La medesima differenza si ha nell’aftershock delle 2:33, dove la Mw mostra valori da 5.6 a 5.3, passando per tutti gli intermedi. Per gli eventi a magnitudo minore in taluni casi la differenza massima raggiunge 0.4 (es. per l’evento del 24/8 alle 4:06) mentre in altri casi si riduce a 0.2. Ma non si hanno mai casi con una coincidenza di valori della Mw per tutte le soluzioni, per tutti i metodi utilizzati. Risulta ineteressante ricordare che uno studio sulle magnitudo momento Mw calcolate negli ultimi 25 anni per i terremoti italiani, ha mostrato che esiste una costante differenza di –0.2 tra le Mw calibrate a scala mondiale e quelle dei TDMT (Gaperini et al ., 2013) Proseguendo nelle considerazioni che emergono nel confronto, si può notare come i valori si mantengano uguali o molto simili fra alcuni sottogruppi, es. i QRCMT danno una Mw che solitamente trova corrispondenza nei valori dati anche dai GCMT; questo certamente si deve al fatto che gli RCMT sono calcolati usando un metodo che è un evoluzione di quello usato per calcolare i GCMT. Questa corrispondenza nei valori di Mw ottenuti si ha anche, limitatamente agli eventi di magnitudo maggiore (in questo caso il main shock e l’aftershock delle 2:33) tra la Mw degli RCMT e quella dell’USGS, del GFZ e dell’IPGP. Questi ultimi sono le agenzie che nel caso di eventi con magnitudo attorno a 6.0, usano sismogrammi a lungo periodo, come gli RCMT. I valori di Mw calcolati dai TDMT e dai tensori momento sismico dell’Università di Saint Louis (SLU MT in Fig. 2) sono uguali o molto simili per tutti gli eventi , indipendentemente dall’entità del terremoto. Allo stesso tempo questi sono i valori di Mw più bassi di tutti. E’ importante tenere presente che entrambi usano dei metodi di calcolo che partono dai codici descritti in Herrmann (2013) e che prevedono l’uso di sismogrammi a maggiore frequenza. L’uso di un segnale a periodo più corto è previsto anche, nel caso di magnitudo più basse, anche all’USGS e al GFZ. Questo è il motivo per il quale, secondo noi, le Mw di queste agenzie diventano più simili a quelle dei TDMT e degli SLU MT al diminuire delle magnitudo degli aftershocks. Le intuizioni emerse da questo semplice confronto porterebbero alla conclusione che le differenze tra le Mw non sono dovute al diverso metodo o al diverso gruppo di sismogrammi utilizzati, ma piuttosto alla frequenza del segnale invertito per calcolare i parametri di sorgente. Abbiamo quindi in programma di estendere e approfondire questi confronti per verificare la nostra ipotesi. Bibliografia Arvidsson, R., Ekström, G., 1998. Global CMT analysis of moderate earthquakes MW ≥ 4.5 using intermediate period surface waves. Bull. Seismol. Soc. Am. 88, 1003–1013. Gasperini, P., Lolli, B., Vannucci, G. (2013). Empirical Calibration of Local Magnitude Data Sets Versus Moment Magnitude in Italy, Bull. Seism. Soci. Am., 103, 4, 2227–2246, doi: 10.1785/0120120356. Herrmann, R. B., Malagnini, L., and Munafò, I. (2011). Regional moment tensors of the 2009 L’Aquila earthquake sequence, Bull. Seism. Soc. Am. 101, 975-993. doi: 10.1785/0120100184. Herrmann, R. B. (2013) Computer programs in seismology: An evolving tool for instruction and research, Seism. Res. Lettr. 84, 1081-1088, doi:10.1785/0220110096. ISIDe working group (2016), version 1.0, DOI: 10.13127/ISIDe. Pondrelli, S., Salimbeni, S., Perfetti, P., Danecek, P. (2012). Quick regional centroid moment tensor solutions for the Emilia 2012 (northern Italy) seismic sequence. Ann. Geophys., 55:4. Pondrelli S., Perfetti P., Danecek P., Salimbeni S., 2012. Pypaver, ovvero automazione del calcolo dei Quick RCMT con python, Rapporti Tecnici INGV, n. 239, http://istituto.ingv.it/l-ingv/produzione-scientifica/rapporti-tecnici- ingv/archivio/rapporti-tecnici-2012/2012-11-02.3415910348. Pondrelli,S.,andSalimbeni,S.(2015).RegionalMomentTensorReview:AnExamplefromtheEuropeanMediterranean Region. In Encyclopedia of Earthquake Engineering, http://link.springer.com/referenceworkentry/10.1007/978- 3-642-36197-5_301-1, Springer Berlin Heidelberg, pp- 1-15.
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