GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale
122 GNGTS 2016 S essione 1.1 importante degli ultimi cinquecento anni della storia sismica della zona e si ribadisce, ancora una volta, che è in via di esaurimento: “Circa l’andamento del periodo sismico desideriamo ripetere quanto si è già affermato in precedenza: la parte parossistica del fenomeno si può dire esaurita, e le scosse che ancora oggi si avvertono o registrano rappresentano una del tutto ragionevole conseguenza di quanto è avvenuto (...)” ( C.A. , 5 giugno 1972). Pochi giorni dopo, però, la sera del 14 giugno, la terra smentisce le parole dello scienziato: Ancona viene colpita dalla scossa più forte dall’inizio del periodo sismico e da una forte replica due ore dopo (Io=8, Mw= 4.68, poi la replica Mw= 4.43). La città resiste piuttosto bene alle scosse e non ci sono crolli importanti, però non mancano i danni alle case e agli edifici pubblici. Ad ogni modo, l’impressione nella popolazione è forte e altrettanto forte è diventata la diffidenza verso la voce degli scienziati: “Viene detto che la struttura geologica di questa zona non può consentire fenomeni di intensità superiore a quella dell’ultima manifestazione. Però tempo addietro era stato detto che non ne avremmo avute maggiori del 5.0 grado… se, ripetiamo se… si fossero mantenute certe condizioni eccetera, eccetera. Anche gli scienziati hanno un corner dove buttare la palla quando la cosa viene difficile.” ( C.A. 18 giugno 1972). La metafora calcistica è calzante. Dopo questo ultimo terremoto, gli scienziati si trovano spiazzati. Solo ora si intravvede da parte loro una qualche ammissione di ignoranza, ovvero di non possedere tutti i dati necessari. Non si tratta dell’usuale avvertimento sull’impossibilità di prevedere i terremoti. Quando a uno di loro si chiede una spiegazione di quello che sta accadendo, risponde che dal punto di vista geologico, in realtà... “...la situazione a mare al largo diAncona è praticamente sconosciuta entro i limiti perlomeno di 15 km dalla costa (oltre i 15 chilometri la situazione è ben nota specie in base agli ultimi rilievi effettuati dall’Agip che ci ha fornito gentilmente i dati non più tardi di 5 giorni fa)”. ( C.A. , 17 giugno 1972). In sintesi, si sapeva nulla o molto poco sulla conformazione geologica al di là della riva del mare. Però, a questo punto, si stanno già raccogliendo firme tra la popolazione, dispersa nelle tendopoli, per fermare le trivellazioni e la questione trova spazio nel periodico cittadino. Pure il quotidiano torinese La Stampa raccoglie le parole di un anconetano sessantenne che vorrebbe fermare le trivellazioni: “Amici, andiamo dal prefetto e da tutte le autorità e chiediamo con la forza di interrompere le perforazioni nell’Adriatico.” ( La Stampa , 16 giugno 1972). Non possiamo sapere quanto fedelmente il giornalista abbia riportato le parole del cittadino anconetano, però, di fatto la questione era diventata rilevante, considerando che un consigliere regionale della Democrazia Cristiana, Pietro Tombolini, aveva chiesto una commissione d’inchiesta per accertare tale rapporto, e che due settimane dopo il terremoto del 14 giugno il quotidiano anconetano aveva pubblicato sulla prima pagina la lettera del direttore dell’AGIP al presidente della provincia per affermare l’assoluta estraneità dell’attività di esplorazione con i terremoti e per offrire la disponibilità di un incontro con specialisti della materia ( C.A. 4 luglio 1972). Di fatto, il 10 e l’11 luglio si riunì ad Ancona un gruppo di eminenti scienziati italiani e stranieri per discutere sul terremoto, i quali esclusero qualsiasi rapporto tra esplorazione mineraria e terremoti “perché non è stata iniezione di fluido forzato, né sono state provocate esplosioni sotterranee” ( La Stampa , 12 luglio 1972). Qualche giorno dopo un’altra forte scossa si avvertì ad Ancona (ma senza danni). A questo punto, però, il rapporto tra giornalisti e esperti appariva ormai rotto: “A chi credere? Agli scienziati, alle loro assicurazioni o alle sensazioni a livello di inconscio? (...) Il trauma del terremoto non si incassa facilmente. (...) Il ‘summit’ degli scienziati italiani e stranieri doveva essere quasi un farmaco per combattere la psicosi dilagante. Non a caso durante il convegno si è parlato delle trivellazioni in mare per ribadire la loro ‘innocenza’. Ma gli anconetani come hanno risposto agli scienziati? Col silenzio,
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