GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale

GNGTS 2016 S essione 1.1 123 con quella sfiducia che gli ha portati ad applaudire il procuratore della Repubblica.” ( C.A. , 17 luglio 1972). Il menzionato procuratore si era rivolto nell’incontro pubblico agli esperti perché dicessero se le perforazioni potessero essere causa o concausa, diretta o indirettamente delle scosse. La risposta era stata, ovviamente, negativa. Il giornalista autore del pezzo affermava di non credere che le perforazioni avessero alcun rapporto con i terremoti, però osservava che “gli anconetani continuano a non credere” alle parole degli esperti e aggiungeva che la gente era delusa da “risposte tanto certe nelle parole come insicure nei fatti”, e che “assurdamente” pensano che coloro “che sanno” non abbiano “detto tutto”. Dopo alcuni giorni di calma, alcune forti scosse si avvertono la notte tra il 27 e il 28 luglio, rinnovando la paura tra gli anconetani. La prima scossa ha fatto scappare via la gente per strada, ma non ha fatto danni. Solo qualche crollo in qualche fabbricato di campagna già danneggiato dalle precedenti scosse ( C.A. , 28 luglio 1972), però è sufficiente per fare decidere il presidente della giunta regionale Serrini a chiedere in forma ufficiale al presidente dell’ENI di fermare le trivellazioni, come informa in prima pagina e in carattere cubitali lo stesso 28 luglio il Corriere Adriatico. La risposta del presidente dell’ENI è altrettanto veloce. Il giorno dopo lo stesso quotidiano pubblica, di nuovo in prima pagina e in caratteri cubitali, il rifiuto ufficiale di fermare le ricerche: “Si offenderebbe la scienza”, sarebbero state le parole di Raffaele Girotti, riportate nel sottotitolo dell’articolo ( C.A. 29 luglio 1972), e si ribadisce l’estraneità tra ricerca di idrocarburi e fenomeno sismico. Tuttavia l’8 agosto si annuncia la fine delle attività esplorative al largo di Ancona. Le scosse si faranno sentire ancora, fino ad esaurirsi, sino al 4 ottobre. Le polemiche continueranno ancora, al punto di dare luogo alla pubblicazione di un pamphlet intitolato: Terrore Trivelle Terremoto: i tre “T” che gli Anconetani debbono ricordare. La sequenza del 1972 è probabilmente la prima in cui la questione delle trivellazioni emerge nella discussione pubblica come causa di un determinato evento. Infatti, la coincidenza dell’inizio delle perforazioni nelle ultime settimane del 1971 e quello dei terremoti, a fine gennaio 1972, diede luogo alle domande e ai sospetti. Forse è anche la prima volta in cui si verifica una frattura nella fiducia dell’opinione pubblica nei confronti degli scienziati. Tra il gennaio e luglio 1972 si verificano due cambiamenti: da un lato, dalle prime affermazioni dopo le prime scosse, con il correre dei giorni e delle settimane il discorso degli “esperti” diventa sempre più prudente fino a confessare, dopo il terremoto del 14 giugno, la pressoché assoluta ignoranza sulla geologia del territorio coinvolto dal terremoto. Dall’altro lato, la fiducia iniziale nella parola degli scienziati viene piano piano indebolendosi; e mentre cresce la diffidenza della opinione pubblica nei riguardi degli esperti, si apre la strada alle spiegazioni “alternative”. I terremoti del 1972 sono restati un po’ ingigantiti nella memoria, arrivandosi a parlare di danni del decimo grado della scala Mercalli. Al di là delle conseguenze materiali, si tratta sicuramente di effetto di “cumulo” per i lunghi mesi di scosse che minavano la pacifica quotidianità della popolazione, stratificandosi nella memoria collettiva. La vicenda delle trivellazioni è stata ripresa, dopo il terremoto del 2012, sia per ricordare la falsa accusa rivolta all’attività delle aziende petrolifere, che per ribadire la loro pericolosità. In questa sede, invece, ci basta ricordare l’importanza dell’informazione, la più chiara e trasparente possibile verso il pubblico, quella che non nasconde i limiti della conoscenza, i quali peraltro costituiscono la base di partenza (e ne giustificano il bisogno) della ricerca scientifica. Bibliografia Boscarato, E.; 1972: Terrore Trivelle Terremoto: i tre “T” che gli Anconetani debbono ricordare. Ancona. Rovida A., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P. (eds); 2016: CPTI15, the 2015 version of the Parametric Catalogue of Italian Earthquakes. Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. doi :http://doi.org/10.6092/ INGV.IT -CPTI15. Quotidiani consultati: Corriere Adriatico (Ancona). La Stampa (Torino).

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=