GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale
136 GNGTS 2016 S essione 1.1 Evidenze di attività e vincoli cinematici della faglia di Bojano (“Northern Matese Fault system”, Molise) A. Galderisi 1 , P. Galli 2 , S. Mazzoli 1 , E. Peronace 3 1 Dipartimento di Scienze della Terra, delle Risorse e dell’Ambiente, Università Federico II, Napoli 2 Dipartimento della Protezione Civile, Roma 3 Istituto di Geologia Ambientale e Geoingegneria CNR, Roma Introduzione. In questo lavoro si sono applicate le metodologie della geologia strutturale al fine di ricostruire le fasi evolutive di una struttura tettonica attiva e sismogenetica. Nello specifico è stata esaminata la faglia bordiera del bacino di Bojano (“Northern Matese Fault system” in Galli e Galadini, 2003. NMFS nel seguito) allo scopo di definirle l’evoluzione, individuandone le varie fasi cinematiche dal Pliocene superiore all’attuale. Per raggiungere tale obiettivo è stato utilizzando un metodo di analisi che correla i dati strutturali rilevati durante la campagna con altri di carattere geologico, paleosismologico e sismologico. In particolare, sono stati confrontati i meccanismi focali sintetici - calcolati partendo dai dati strutturali - ai meccanismi focali disponibili per l’area. E’ stato altresì calcolato il campo di stress e di strain agente sulle faglie, comparandolo a quello attuale. Sono stati calcolati i cerchi di Mohr-Coulomb per individuare le fasi cinematiche di genesi della faglia e le fasi riattivate. Inoltre, durante il rilevamento, sono emerse evidenze geologiche che hanno consentito di porre dei vincoli temporali dell’attività della faglia. Dall’interpretazione dei risultati ottenuti è stato possibile ricostruire il modello evolutivo del NMFS. Quadro sismotettonico. Secondo alcuni autori (p.e. Cinque, 2000; Caiazzo et al. , 2006), nel corso del Quaternario l’Appennino meridionale è stato interessato da due principali eventi distensivi con direzioni tra loro perpendicolari: uno NW-SE, che risulta essere il più antico ed è perdurato dal Pleistocene inferiore fino al Pleistocene medio; l’altro, tutt’ora attivo (Cinque, 2000), con direzione di estensione NE-SW. L’evento estensionale con direzione NW-SE, ha provocato la formazione di faglie distensive aventi direzione NE-SW e la riattivazione, con cinematica obliqua sinistra, delle faglie preesistenti, sia con orientazione appenninica che con orientazione E-W (Caiazzo et al. , 2006). Questo evento tettonico si manifesta con cinematica sia di carattere normale che trascorrente, entrambe caratterizzate da una comune orientazione del σ 3 sull’���� ����� �������� ����� asse NW-SE (Cinque, 2000; Hippolyte, 1992). Le faglie attivate dalla fase estensionale con direzione NE-SWsono le più recenti (Pleistocene Medio-Superiore) e spesso riattivano, con una cinematica obliqua destra, discontinuità preesistenti aventi direzione NW-SE e E-W (Caiazzo et al. , 2006). Tale campo di stress può ritenersi ancora attivo, in quanto risulta analogo a quello desumibile dalle analisi dei dati sismologici (Cello et al. , 1982; Montone et al. , 2004). Un esempio di fagliazione attiva con cinematica obliqua destra e direzione di estensione NE-SW per faglie aventi direzione NW-SE e W-E, è riconosciuto da Galli et al. (2002) e Peronace et al. (2015) per l’area del bacino di Bojano. Il bacino di Bojano (Molise) è l’area epicentrale di alcuni tra i più forti terremoti storici della catena appenninica, responsabili della distruzione di decine di paesi e della morte di migliaia di persone. Tra i terremoti più importanti che hanno interessato tale area sono da ricordare il terremoto del 280 a.C., gli eventi del dicembre 1456 e del luglio 1805. Un’ultima modesta sequenza sismica è avvenuta nel gennaio del 2016, confermando ulteriormente la presenza, l’attività e la cinematica del sistema di faglie (Fig. 1). In particolare il terremoto del 280 a.C. è stato associato al NMFS a seguito di studi archeo- paleosismologici (Galli e Galadini, 2003) che hanno evidenziato e permesso di datare la fagliazione del muro perimetrale del santuario di Ercole di Campochiaro e di alcune abitazioni al suo interno, tutte dislocate con un movimento obliquo destro. Il terremoto del dicembre 1456 è l’evento più importante del medioevo italiano ed è stato caratterizzato da almeno tre mainshoks, con diverse aree epicentrali distribuite lungo
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