GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale
GNGTS 2016 S essione 1.1 137 la catena appenninica: la più meridionale nel beneventano (Io=XI MCS), una intermedia nella piana di Bojano (Io=X- XI) ed una più settentrionale nell’area dei monti della Meta e Mainarde (Io=X-XI; Fig. 1) (Galli et al. , 2002). L’evento sismico del 26 luglio 1805 è l’ultimo terremoto distruttivo che ha colpito i paesi della piana di Bojano. La distribuzione delle massime intensità delinea un’area epicentrale centrata sulla piana, legata all’attivazione della struttura bordiera del Matese (NMFS) e, probabilmente, delle sue antitetiche lungo il versante sudoccidentale dei monti del Sannio (faglie di Pesche- Angelo in Grotte; Galli et al. , 2002). Dati e risultati. Nel corso del rilevamento geologico-strutturale del sistema di faglie bordiere del bacino di Bojano (NMFS), sono state rilevate 127 stazioni di misura distribuite in modo uniforme lungo tutto il sistema di faglie, nelle quali sono stati censiti circa un migliaio di piani di faglia (Fig. 2). Per ognuno di questi piani di faglia sono state misurate immersione, direzione, inclinazione e pitch delle strie che hanno reso possibile calcolare plunge e trend delle stesse. È stato anche condotto un rilevamento di massima del contesto geologico lungo faglia, in generale nei depositi e nelle forme del Pleistocene Medio-Superiore presenti nell’ hanging wall. I risultati delle analisi effettuate hanno confermato la presenza di attività tettonica estensionale anche nel Pleistocene Medio-Olocene. Le evidenze di attività di fagliazione recente lungo diversi segmenti di faglia sono rappresentate principalmente nel rinvenimento di: - brecce di versante di età Pleistocene Medio rilevate a tergo del Monte Patalecchia che risultano sia in contatto tettonico con carbonati cretacici sia dislocate da splays riferibili ad un’età successiva almeno al Pleistocene Medio-Superiore; - livello vulcanoclastico dislocato, ubicato sul Monte Patalecchia, proveniente dai Campi Flegrei e riferibile alla fase eruttiva del Tufo Giallo Napoletano (14.4 ka); - brecce di versante di età Pleistocene Medio raddrizzate e fagliate sul piano di faglia di Bojano; - depositi di versante di età ����������� ����������������� ��������� ����������� ��� Pleistocene Superiore-Olocene basculati contromonte del segmento di Campochiaro, all’interno dei quali è stato riconosciuto un livello di tefra riconducibile all’Ignimbrite Campana (39 ka). I campi di stress e strain sono stati calcolati attraverso l’elaborazione e l’analisi dei dati rilevati in campagna, al fine di individuare l’ultima direzione di estensione che ha interessato le faglie. Qualunque sia stato il meccanismo genetico che abbia generato le faglie, esse risultano riattivate secondo il campo estensionale attuale, verosimilmente a scapito della neo-formazione di strutture estensionali più favorevolmente orientate. In genere, gli indicatori cinematici sui piani di faglia mostrano una spiccata natura Fig. 1 – Modello digitale del terreno del Massiccio del Matese ove sono rappresentati i maggiori terremoti che hanno interessato l’area (Galli et al. , sottomesso).
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=