GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale

GNGTS 2016 S essione 1.1 159 meridionale), è stata interessata da una crisi sismica caratterizzata da oltre 6000 terremoti di bassa e moderata magnitudo (Fig. 1), principalmente localizzati tra 4-15 km di profondità (De Gori et al. , 2014; Totaro et al. , 2013, 2015). Il terremoto più forte della sequenza, caratterizzato da una magnitudo locale pari a 5.0, risale al 25/10/2012. Tale sequenza sismica è stata attribuita ad almeno due faglie normali e sub-parallele orientate circa NNO-SSE ed immergenti ad O-SO (Totaro et al. , 2015), coerenti con la deformazione tettonica estensionale, orientata NE-SO, che caratterizza l’intero Appennino meridionale ed è responsabile di gran parte del rischio sismico di questo settore. Anche se durante gli ultimi secoli la sismicità nell’area del Pollino è stata caratterizzata da pochi eventi di magnitudo moderata (Mmax 5.2-6; Guerra et al. , 2005), studi paleosismologici rivelano la presenza di faglie capaci di generare terremoti di magnitudo 6.5-7 (Michetti et al. , 1997), suggerendo per la stessa area un importante gap nell’attività sismica. In questo lavoro sono stati selezionati ed elaborati alcune centinaia di microterremoti con lo scopo di effettuare un’analisi di dettaglio delle strutture sismogenetiche responsabili della sequenza sismica 2010-2013. Tale analisi si basa sulla individuazione di famiglie di terremoti, cioè eventi caratterizzati da forma d’onda estremamente simile (Fig. 2), e pertanto verosimilmente prodotti dalla stessa faglia o da segmenti adiacenti della stessa struttura sismogenetica. Per tale analisi abbiamo selezionato le forme d’onda registrate da tutte le stazioni sismiche installate nell’area. La ricerca dei cluster è stata fatta mediante il calcolo della cross- correlazione normalizzata tra le forme d’onda per ogni coppia di terremoti ad una stazione di riferimento. I cluster sono stati selezionati con la condizione che tutti gli eventi avessero tra loro una cross-correlazione maggiore di 0.8. Per ogni cluster è stato adottato un evento di riferimento per l’analisi successiva, che consiste nella localizzazione relativa. Solitamente il terremoto di riferimento è uno degli eventi di magnitudo maggiore, il che ne favorisce la Fig. 1 – Stazioni sismiche permanenti e temporanee nell’area del Pollino (confine calabro-lucano) ed epicentri della sequenza sismica del 2010-2013.

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