GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale

166 GNGTS 2016 S essione 1.1 Fig. 1 – Mappa degli eventi sismici, con magnitudo maggiore o uguale a 2.0, riportati nei bollettini CRS-OGS nel periodo 1977-2013. Il poligono rosso delimita l’area selezionata per l’analisi di sequenze e sciami. la nearest-neighbours distance η , nel dominio spazio-tempo- energia. Tale distanza può essere espressa come η=TR, ossia in funzione della distanza spaziale scalata ( rescaled distance) , R, e della distanza temporale scalata ( rescaled time ), T, calcolati utilizzando appunto il b-value e la dimensione frattale (Zaliapin et al. , 2008). Per stimare i parametri di scala sono state applicate diverse metodologie, inclusi i tradizionali metodi per la stima del b-value , basati sulla classica legge frequenza-magnitudo (Gutenberg e Richter, 1954), e della dimensione frattale (Grassberger 1983, Rossi, 1990). In particolare è stata utilizzata la Unified Scaling Law for Earthquakes , USLE (Kossobokov and Mazhkenov, 1988; Kossobokov and Nekrasova, 2004; Nekrasova et al. , 2011), che fornisce una stima congiunta di entrambi i parametri. I parametri della USLE sono stati stimati su una griglia regolare, conteggiando i terremoti entro aree di dimensioni progressivamente decrescenti (tecnica “ telescope ”) a partire da 1°×1° e fino a 1/16°×1/16°. I risultati forniti dalla USLE per il catalogo CRS-OGS entro il territorio considerato evidenziano un b-value variabile da poco più di 0.5 fino a 1.0, mentre la dimensione frattale della distribuzione degli epicentri varia da 0.6 a 1.3. A partire da tali risultati sono state ottenute delle robuste stime medie associabili all’intera regione analizzata, pari a b = 0.9±0.02 e d = 1.1±0.05 (Nekrasova et al. , 2016). Il metodo dei “ nearest-neighbours ” è stato applicato alla sismicità regionale, effettuando una serie di esperimenti per valutare la stabilità dei risultati rispetto agli elementi liberi dell’analisi, tra i quali: • l’intervallo temporale considerato; • la soglia di magnitudo minima; • le valori dei parametri di scala (b-value e dimensione frattale). Lo studio effettuato ha consentito una caratterizzazione ben definita e stabile della sismicità in termini di sismicità di fondo e clusters . In particolare, i risultati ottenuti per il periodo 1977-2015 coperto dai dati CRS-OGS, evidenziano una sismicità caratterizzata da una prevalente componente poissoniana (cioè da un verificarsi casuale di eventi indipendenti fra loro, assimilabile alla sismicità di fondo) e da una componente clusterizzata (cioè sequenze e sciami, caratterizzati da distanze spazio-temporali relativamente brevi) molto limitata (Figg. 2a e 2b). L’analisi effettuata per il periodo 1950-2015, utilizzando un catalogo meno accurato ma temporalmente più esteso (i.e. UCI, Peresan et al. , 2001), evidenzia invece una componente clusterizzata ben sviluppata (Figg. 2c e 2d). Tale componente scompare, pur utilizzando i medesimi dati UCI, qualora si consideri il periodo 1977-2015, a conferma di quanto già osservato per i bollettini CRS-OGS. Ne consegue che l’intervallo temporale delle osservazioni disponibili gioca un ruolo importante per la caratterizzazione statistica delle sequenze di terremoti. Le caratteristiche complessive della sismicità regionale fin qui menzionate sono stabili e robuste; la diversa scelta dei parametri di scala, della magnitudo minima e delle incertezze considerate, non altera sostanzialmente la distribuzioni statistiche delle distanze fra eventi prossimi rappresentate in Fig. 2. Una accurata definizione dei parametri di scala ( b-value e dimensione frattale) e della relativa distanza di soglia che discrimina la componente clusterizzata

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