GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale

36 GNGTS 2016 S essione A matrice Le localizzazioni e la magnitudo dei terremoti registrati dalle stazioni della Rete Sismica Nazionale (RSN, http://doi.org/10.13127/ SD/X0FXNH7QFY) sono stimate nella sala di sorveglianza dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) di Roma e rese immediatamente disponibili sul web, nella pagina del Centro Nazionale terremoti (CNT, http:// cnt.rm.ingv.it/) . Tali eventi sono successivamente revisionati dagli analisti del BSI che ne ricontrollano i parametri, inseriscono pesi e polarità degli arrivi delle onde sismiche e, infine, integrano i dati letti in sala dai sismologi in turno con tutti i dati disponibili nel sistema di acquisizione. Tali localizzazioni riviste vanno quindi a sostituire nel database INGV quelle effettuate in sala di monitoraggio. Nei primi giorni della sequenza molti degli analisti del BSI erano impegnati a coprire la turnazione prevista per lo svolgimento del servizio nella sala di sorveglianza sismica dell’INGV di Roma. Ciò nonostante, è subito iniziata la revisione di tutti gli eventi con magnitudo maggiore di 4.0, terminata a fine agosto, durante la quale è stato identificato un evento di M L = 4.5, immediatamente successivo al mainshock , che non era stato localizzato in sala di monitoraggio. Successivamente sono stati revisionati un totale di 83 eventi con M L ≥ 3.5: di questi, 76 erano stati localizzati in sala di monitoraggio e 7 hanno modificato la loro M L in un valore al di sotto di 3.5 dopo la revisione. Tre eventi sono stati recuperati, rivisti dagli analisti del BSI e pubblicati nei primi giorni dopo la scossa principale, ulteriori quattro eventi sono stati recuperati e rivisti e presto saranno pubblicati. Il numero dei tempi di arrivo associati alle determinazioni ipocentrali degli 83 eventi rivisti risulta aumentato di 8074 letture per le onde P e di 463 letture per le onde S; anche le ampiezze utilizzate sono aumentate di 1292 letture. Le profondità degli eventi forti rivisti variano tra circa 6 e 12 km, una variabilità decisamente ridotta rispetto alle localizzazioni di sala e dovuta all’integrazione delle stazioni temporanee di SISMIKO. I valori assoluti delle profondità sono tuttavia dipendenti dal modello di velocità estremamente semplificato utilizzato per la localizzazione. Gli eventi rivisti (stelle e cerchi celesti in Fig. 1) risultano localizzati principalmente a nord dell’evento principale, nei pressi di Norcia, e, in generale, risultano concentrati nei settori di faglia che hanno mostrato il valore di slip minore durante il mainshock (Gruppo di lavoro INGV, 2016). Per alcuni degli eventi “forti” sono stati calcolati i meccanismi focali, utilizzando le polarità dei primi arrivi, lette dagli analisti del BSI, e confrontati con i TDMT e con gli altri momenti tensori disponibili. Particolare attenzione è stata posta all’analisi del meccanismo focale dell’evento principale. Partendo dalla revisione effettuata dagli analisti del Bollettino e applicando un ulteriore controllo sulle polarità dei primi arrivi, abbiamo potuto ottenere il meccanismo focale ricalcolando la localizzazione (Hypoellipse code: Lahr, 1989) e utilizzando successivamente il programma Fpfit (Reasenberg e Oppenheimer, 1985). La soluzione ottenuta grazie a 150 polarità è molto Fig. 1 – Mappa degli epicentri della sequenza sismica di Amatrice. In evidenza le scosse con ML≥ 3.5 analizzate dagli analisti del BSI; le due stelle rosse sono gli eventi principali per i quali è riportato il TMDT (Scognamiglio et al. , 2016) e, per il mainshock, il meccanismo focale ottenuto con le prime polarità, le stelle viola gli eventi con M L ≥ 4.0, i cerchi celesti sono gli eventi 3.5 ≤ M L < 4.0 e i cerchi blu sono gli eventi localizzati dal BSI nelle prime 8 ore del giorno 24 agosto.

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