GNGTS 2016 - Atti del 35° Convegno Nazionale
50 GNGTS 2016 S essione A matrice E’ il caso, per esempio, di Montefortino, dove diversi condomini in CAedificati lungo il versante NE della collina ove sorge il borgo storico presentano danni nelle tamponature dei piani bassi, a fronte di un livello di danno quasi inesistente nel centro storico. In area epicentrale, i danni più gravi si distribuiscono in direzione NNO-SSE (Fig. 3), parallelamente e nel blocco di tetto della probabile struttura sismogenica (i.e., segmenti meridionale della faglia del Vettore e settentrionale della Laga), con una propagazione maggiore verso NW, in direzione di Visso. E’ anche apprezzabile una ripresa delle intensità verso NNE, nelle Marche, ove danni circoscritti si sono rilevati sino a Gualdo (VI MCS), ma anche più a nord, dove nelle campagne sono stati osservati danni isolati, anche gravi, ad edifici rurali, o come a Tolentino, ove alcuni condomini in CA degli anni 70-80, già danneggiati dal terremoto del 1997, presentano danni alle tamponature dei piani pilotis o, in generale, dei piani bassi. I livelli massimi di danneggiamento (Is ≥ X MCS) sono stati riconosciuti in alcune località distribuite in destra della valle del Tronto, ad eccezione di Pescara del Tronto, in sinistra. In generale il livello altissimo di distruzione è legato alla vulnerabilità sismica degli edifici, associato in qualche caso ad effetti di sito, come a Pescara del Tronto, fondata verosimilmente sull’accumulo diunapaleofrana,rimobilizzata in occasione del mainshock . Rasi al suolo (X-XI) sono il centro storico di Amatrice, Pescara del Tronto e Petrana (Fig. 2C), frazione diAmatrice. Distrutti quasi completamente (XMCS) Illica, Casale, Saletta e Crognale, tutte storicamente note come “ville” di Amatrice. In parte distrutti (IX-X MCS) San Lorenzo e Flaviano, Sant’Angelo, Rio e (IX MCS) Sommati e Faizzone, sempre tra ville di Amatrice. Nel complesso, è possibile osservare che le intensità più elevate, oltre che su accumuli di paleofrane, sono concentrate nelle località fondate sui depositi continentali clastici Fig. 3 – Distribuzione delle intensità MCS rilevate per località (cerchi bianchi proporzionali alla intensità di sito, da V a X-XI MCS). Isosisme dal VI al IX MCS a tratteggio nero. Le campiture colorate indicano approssimativamente la distribuzione areale dell’intensità MCS. Stelle rosse, eventi con Ml>4 (dati INGV al 21/9/16); rombo nero, epicentro macrosismico. Sullo sfondo DTM a 20 metri. Le linee blu sono le faglie attive del Vettore a nord e della Laga a sud (da Galadini e Galli, 2003). In rosso la rottura superficiale del 2016 lungo il tip meridionale della faglia del Vettore. L’intensità epicentrale (Io) può essere valutata al X grado MCS.
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