GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 1.2 127 Calabria meridionale: un nuovo modello geodinamico per riconciliare i dati geologici e di sismicità storica con le misure geodetiche M.M.C. Carafa 1 , V. Kastelic 1 , P. Bird 2 , F.E. Maesano 3 , G. Valensise 3 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Sismologia e Tettonofisica, L’Aquila 2 Department of Earth, Planetary and Space Sciences, University of California, Los Angeles, CA, USA 3 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Sismologia e Tettonofisica, Roma Per qualunque ricercatore attivo nel campo della Sismotettonica l’Arco Calabro è un’area di grandissimo richiamo e di forte suggestione, per la grandiosità e complessità dei processi geodinamici che vi hanno luogo e allo stesso tempo per la difficoltà di capirne pienamente i meccanismi di funzionamento. Per queste ragioni esistono molti modelli di evoluzione geodinamica dell’Arco Calabro, che complessivamente descrivono un ampio range di interpretazioni spesso difficilmente riconciliabili tra loro. La Calabria è anche indiscutibilmente la regione italiana con la più elevata pericolosità sismica. Questo non sorprende, vista la sua travagliata storia sismica, vista la magnitudo dei Fig. 1 - Geometria dello slab dell’Arco calabro (da Maesano et al., 2017). Pannello a: Isolinee e gradienti della profondità dello slab: l’equidistanza è di 1 km tra 5 e 20 km, 5 km tra 20 e 100 km, e 10 km al di sotto dei 100 km di profondità. Zone A indica l’area per la quale esistono dati di sismica a riflessione, Zone B è un’area di transizione in cui la profondità è ottenuta per interpolazione, Zone C è la subduction interface come ottenuta da dati di sismicità. Pannello b: sezioni attraverso lo slab; i pallini neri indicano la sismicità ricadente in un intorno di 10 km dalla traccia della sezione. Pannello c: mappa della curvatura dell’interfaccia. Pannello d: swath profile (larghezza 20 km) della mappa di curvatura lungo la traccia A-B e ipotesi di zonazione. Si notino il drastico cambio di pendenza dello slab intorno alla profondità di 40 km e la sua complessità strutturale al di sotto dell’area ionica.

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