GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale
GNGTS 2017 S essione 1.2 129 spinto diversi autori ad ipotizzare che la subduzione calabra non sia più attiva (es. Monaco et al. , 1996; Perouse et al. , 2012). Al contrario Tiberti et al. (2017) hanno concluso che molti, se non tutti i primati che caratterizzano la porzione meridionale dell’Arco Calabro rispetto al resto dell’Italia peninsulare - primati che includono ratei di deformazione e di sollevamento molto veloci, sismicità vigorosa e elevata magnitudo massima - sono tutti da ricondurre al ruolo della subduzione, evidentemente vista come un processo certamente attivo. A nostra volta in questa presentazione mostriamo come il dato geodetico possa essere riconciliato con sismicità e geologia in uno scenario di interferenza distruttiva fra estensione della crosta superiore e compressione lungo strutture profonde al margine di placca fra Eurasia e Africa. Bibliografia Devoti R., e 16 coautori; 2017: A Combined Velocity Field of the Mediterranean Region. Annals of Geophysics, 60, 2, doi:10.4401/ag-7059. Maesano F. E., Tiberti M. M. e Basili R.; 2017: The Calabrian Arc: three-dimensional modelling of the subduction interface. Scientific Reports 7, Article number ����� ������������������������������� 8887, doi:10.1038/s41598-017-09074-8. Monaco C., Tortorici L., Nicolich R., Cernobori L. e Costa M.; 1996: From collisional to rifted basins: An example from the southern Calabrian arc (Italy). Tectonophysics, 266, 233-249, doi:10.1016/S0040-1951(96)00192-8. Pérouse E., Chamot-Rooke N., Rabaute A., Briole P., Jouanne F., Georgiev I., Dimitrov D.; 2012: Bridging onshore and offshore present-day kinematics of central and eastern Mediterranean: Implications for crustal dynamics and mantle flow. Geochem. Geophy. Geosy., 13, 1-25, doi:10.1029/2012gc004289. TibertiM.M. C.,Vannoli P., Fracassi U., Burrato P., KastelicV. eValensiseG.; 2017: Understanding seismogenic processes in the Southern Calabrian Arc:a geodynamic perspective. Ital. J. Geosci., 136, 3, doi: 10.3301/IJG.2016.12. Totaro C., Orecchio B., Presti D., Scolaro S. e Neri G.; 2016: Seismogenic stress field estimation in the Calabrian Arc region (south Italy) from a Bayesian approach . Geophysical Research Letters, 43 , 8.960-8.969, doi:10.1002/ 2016gl070107. Seismic coupling di faglie normali e thrust in Italia M.M.C. Carafa 1 , V. Kastelic 1 , P. Bird 2 , G. Valensise 3 1 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Sismologia e Tettonofisica, L’Aquila 2 Department of Earth, Planetary and Space Sciences, University of California, Los Angeles, CA, USA 3 Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Sezione di Sismologia e Tettonofisica, Roma Negli ultimi anni per il calcolo della pericolosità sismica ci si è avvalso sempre più frequentemente di modelli di faglie come dato di ingresso fondamentale da utilizzare accanto alla sismicità. Individuare una faglia attiva e determinarne lo slip rate di lungo termine non basta, però, per calcolare i tassi di sismicità attesi della faglia stessa; è necessario conoscere il seismic coupling caratteristico di quella faglia, o del sistema di faglie a cui essa appartiene, vale a dire la frazione di slip rate che viene rilasciato attraverso terremoti. Negli ultimi anni, con il progressivo raffinamento delle tecniche geodetiche e satellitari, si è definitivamente preso atto del fatto che lo scorrimento relativo di due blocchi adiacenti lungo il piano di faglia può avvenire anche per creep asismico o tramite afterslip , quindi in maniera sostanzialmente asismica. Ne consegue che lo slip rate geologico, prima di essere usato come dato di ingresso per stime di pericolosità, necessita di una correzione per eliminare la quota che non si traduce in terremoti. In questo contributo illustriamo in dettaglio la tecnica utilizzata e i risultati recentemente pubblicati da Carafa et al. (2017), che mostrano come per la penisola italiana e i mari circostanti il coupling caratteristico delle faglie normali è da due a tre volte superiore a quello dei thrust . Questa netta differenza è imputabile a diverse cause geologiche e reologiche, quali il differente flusso di calore e la presenza di orizzonti evaporitici o a comportamento plastico nel volume interessato dalla faglia. Bibliografia Carafa M. M. C., Valensise G., Bird P., 2017: Assessing the seismic coupling of shallow continental faults and its impact on seismic hazard estimates: a case-study from Italy. Geophys J Int, 209(1), 32-47, doi: 10.1093/gji/ggx002.
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