GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

268 GNGTS 2017 S essione 2.1 di informazioni necessarie per poter valutare l’eventuale variazione nel tempo dell’intensità macrosismica nelle singole località. Tuttavia se un forte terremoto (mainshock) è seguito da repliche ‘forti’ molto ravvicinate nel tempo, sarà materialmente impossibile effettuare un rilievo complessivo dell’evento principale, e sarà possibile solo determinare un’intensità cumulata al termine della sequenza. In ogni caso non abbiamo la capacità e gli strumenti di poter discriminare, in termini di scala macrosismica, la variazione della vulnerabilità degli edifici sottoposti a più scosse, né quanto e come questa variazione contribuisca all’assegnazione del grado di danno, e la sua evoluzione. Se ne deduce che per terremoti ravvicinati nel tempo e nello spazio si può essere in grado di determinare l’intensità dovuta solo alla prima di una serie di scosse, e di determinare l’intensità cumulata al termine della sequenza. Questo è quanto avvenuto effettivamente nel corso della recente sequenza in Italia centrale, per la quale sono disponibili solo intensità cumulate, con l’eccezione della prima scossa del 24 agosto 2016 (Azzaro et al. , 2016). Per quanto riguarda i terremoti storici, le informazioni dalle fonti documentarie a disposizione permettono quasi sempre solo la definizione di uno scenario macrosismico che rappresenta l’intera sequenza e non i singoli terremoti. Le stesse considerazioni possono essere fatte anche in occasione di eventi ripetuti nella stessa area a intervalli temporali che non sono strettamente definibili come “sequenza sismica”: si potrebbe ripensare criticamente agli effetti delle scosse di Casamicciola del 1881 e 1883. Sfortunatamente non sempre nel tempo gli addetti ai lavori hanno tenuto conto di questa realtà, arrivando a creare una serie di possibili rappresentazioni contraddittorie. Alcuni studi hanno cercato di isolare gli effetti di danno riferiti a eventi all’interno di sequenze per determinarne l’intensità. Infatti non sono pochi gli esempi di questa pratica che può portare paradossalmente ad assegnare intensità, anche elevate, a località, ad esempio, quasi interamente rase al suolo pochi giorni (o anche ore) prima. Infine, altri studi rinunciano all’assegnazione di intensità oltre il VI grado alle repliche e limitano la loro rappresentazione ai risentimenti nel far-field (Graziani et al. , 2017) . Tuttequestesituazioni hannonaturalmenteun impattosulladefinizionesiadella localizzazione sia della magnitudo di questi terremoti, che di fatto impedisce una reale e affidabile definizione delle sequenze sismiche del passato. Se per evitare queste erronee interpretazioni il catalogo CPTI15 (Rovida et al. , 2016) ha scelto nella gran parte dei casi di non parametrizzare i dati macrosismici dei terremoti noti come repliche di terremoti più forti, restano comunque una serie di eventi, noti ma possibilmente anche “nascosti”, per cui sono disponibili solo intensità macrosismiche cumulate, che potrebbero riflettersi in una sovrastima della magnitudo macrosismica non quantificabile. Inoltre gli effetti di cumulo restano necessariamente presenti nelle storie sismiche delle singole località. Scopodi questanotaè sollevareunadiscussione sullaquestionedellavalutazionedell’intensità macrosismica di scosse interne alle sequenze sismiche, mostrando una casistica di eventi sia recenti che storici, e ampliare la riflessione emersa su questo argomento dall’esperienza recente della sequenza in centro Italia. Bibliografia Azzaro R., Tertulliani A., Bernardini F., Camassi R., Del Mese S., Ercolani E., Graziani L., Locati M., Maramai A., Pessina V., Rossi A., Rovida A., Albini P., Arcoraci L., Berardi M., Bignami C., Brizuela B., Castellano C., Castelli V., D’amico S., D’Amico V., Fodarella A., Leschiutta I., Piscini A., Sbarra M.; 2016: The Amatrice 2016 earthquake: macro-seismic survey in the damage area and preliminary EMS intensity assessment , Annals of Geophysics, 59 , FAST TRACK 5, 2016; DOI: 10.4401/ag-7203. Graziani L., Tertulliani A., Maramai A., Rossi A., Arcoraci L.; 2017: The 7 and 11 May, 1984 earthquakes in Abruzzo- Latium (Central Italy): reappraisal of the existing macroseismic datasets according to the EMS98 , J. Seismol., 21 , 1219-1227, DOI 10.1007/s10950-017-9663-3. Rovida A., Locati M., Camassi R., Lolli B., Gasperini P. (eds); 2016: CPTI15, the 2015 version of the Parametric Catalogue of Italian Earthquakes . Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. doi :http://doi.org/10.6092/ INGV.IT -CPTI15

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