GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.2 331 ascrivibili al Pleistocene superiore. La fascia altimetrica più elevata è invece interessata da depositi più recenti, costituiti da detriti di falda, che in parte si vanno a sovrapporre sui detriti stratificati di versante. Anche i depositi colluviali che si riscontrano principalmente al piede dei versanti, dove sovente formano modeste fasce di raccordo con il fondovalle, hanno un’estensione modesta. Il settore medio-alto del versante a monte di Pescara del Tronto è, inoltre, attraversato da numerosi canali d’erosione colmati, nella maggior parte dei casi, da depositi da debris flow (ghiaie e blocchi poligenici subangolosi in matrice sabbioso limosa). In prossimità del fondovalle affiorano depositi alluvionali ghiaioso-sabbiosi e sabbioso-limosi, incisi e terrazzati dal fiume Tronto (terrazzo di I ordine), che lungo l’alveo attuale deposita principalmente ghiaie e sabbie e subordinatamente blocchi. Molto importanti, soprattutto ai fini della microzonazione sismica e della stabilità dei pendii, sono i depositi travertinosi, su cui sorge il nucleo storico di Pescara del Tronto, costituiti da differenti litofacies con caratteristiche di consistenza e compattezza molto variabili. Il rilevamento geomorfologico, integrato da un’analisi fotogeologica e documentale, ha permesso d’individuare i principali processi che attualmente si manifestano nell’area, ovvero quello fluvio-denudazionale e quello gravitativo di versante. In considerazione della loro potenziale pericolosità geo-idrologica, sono state identificate le tipologie franose presenti sul territorio, è stata fatta una valutazione della suscettibilità a franare sull’intero versante, con l’utilizzo di idonei software di modellazione (SINMAP, DFlowz, FlowR) e sono state p erimetrate le aree in cui questi detrattori, da soli o combinati, possono interferire con il territorio. I fenomeni presi in considerazione nella modellazione sono stati: le frane di crollo, le frane superficiali, le colate detritiche e le frane profonde. Sono state inoltre considerate nella valutazione complessiva anche le informazioni contenute nella carta preliminare delle MOPS e le valutazioni sui movimenti del versante rilevati da SAR (rapporto CNR-IREA, 2017). Utilizzando una matrice di confronto tra le varie tipologie di detrattori presenti, il territorio della frazione di Pescara del Tronto è stato classificato in aree con differente suscettività ai fenomeni d’instabilità di versante e sono state identificate le due zone visibili nella figura 1 che ricadono nelle classi di suscettività da molto bassa a media ed hanno caratteristiche morfologiche (pendenze medie e superficie fruibile) comparabili con quelle del vecchio abitato (ISPRA, 2017b). Su queste aree, oltre che su quelle dell’abitato storico, sono state poi concentrate le indagini geofisiche per la valutazione della RSL. Caratterizzazione geofisica. Lungo il versante di Pescara del Tronto sono state realizzate n. 23 misure di rumore ambientale e n. 4 stendimenti lineari di sismica attiva. Le misurazioni di rumore da stazione singola sono state effettuate con l’obiettivo di stimare la frequenza di risonanza fondamentale della copertura sedimentaria attraverso la tecnica dei rapporti spettrali HVSR- Horizontal to Vertical Spectral Ratio (Nakamura, 1998, 2000). Le registrazioni nel sito di Pescara del Tronto sono state condotte con durata variabile, da 30 minuti fino a 18 ore, esplorando la variazione di F 0 e l’ampiezza A 0 in funzione del livello di rumore ambientale, per differenti periodi di misura ed in differenti periodi del giorno nello stesso sito. Nell’area A1 sono state effettuate n.16 registrazioni di rumore, il valore di F 0 oscilla nel range 2.0÷3.9 Hz con valori di ampiezza A 0 da 2.1 a 3.6, senza variazioni significative in funzione della durata delle registrazioni e del periodo del giorno. In soli 4 casi le curve HVSR sono risultate caratterizzate da un secondo picco di frequenza (F 1 ). Considerato l’assetto geologico-strutturale dell’area desunto dai dati di superficie, i massimi delle curve HVSR sono stati correlati alla presenza di un significativo contrasto di velocità all’interno della formazione della Laga, in particolare in corrispondenza del passaggio tra le facies con differente rapporto arenaria/pelite. La variazione dei valori di F 0 all’interno dell’area 1 è stata messa in relazione all’assetto geologico-strutturale del versante che risulta caratterizzato da un contatto tra le due differenti facies immergente a reggipoggio secondo un angolo di circa 22°. La presenza di un doppio picco H/V lungo alcune curve è stata messa in relazione con la presenza di depositi detritici recenti, poco consolidati, poggianti al di sopra della formazione della Laga. A supporto della modellazione

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