GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 1.1 Il terremoto di Casamicciola (Ischia) del 21 agosto 2017: effetti macrosismici e confronto con la sismicità storica dell’area R. Azzaro 1 , A. Tertulliani 1 , S. Del Mese 1 , L. Graziani 1 , A. Maramai 1 , G. Martini 2 , S. Paolini 2 , A. Screpanti 2 , V. Verrubbi 2 , L. Arcoraci 1 1 INGV Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Catania, Roma 2 ENEA Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, Roma Introduzione. Il 21 agosto 2017, alle ore 20:57 locali, un violento terremoto ha colpito l’isola di Ischia. La scossa, localizzata dalla rete sismica locale dell’INGV – Osservatorio Vesuviano in prossimità dell’abitato di Casamicciola (lat. 40°.7388, long. 13°.9025) ad una profondità di circa 1.7 km, ha purtroppo avuto conseguenze tragiche (2 vittime e una quarantina di feriti) nonostante la magnitudo moderata (M d 4.0, M w 3.8-4.0). L’area maggiormente danneggiata è stata la parte alta dell’abitato di Casamicciola, sul versante settentrionale del Monte Epomeo. Immediatamente è stato avviato il rilievo macrosismico da parte del gruppo di emergenza QUEST (QUick Earthquake Survey Team) dell’INGV, in collaborazione con personale ENEA, che ha condotto un’indagine diretta (Azzaro et al., 2017) secondo le procedure operative consolidate in questi anni, ovvero: valutazione del danno visibile all’esterno degli edifici, stima dell’intensità secondo le scale macrosismiche MCS e quella europea EMS (Grünthal, 1998). Effetti osservati. Nell’area epicentrale è stato effettuato un rilievo di dettaglio che ha consentito di distinguere chiaramente zone con diverso danneggiamento all’interno del territorio comunale di Casamicciola Terme. La più colpita, classificata come “zona rossa” dall’ordinanza sindacale, include i quartieri di Piazza Maio, La Rita e Gran Sentinella, dove la maggioranza degli edifici è in muratura, costruiti con blocchetti di tufo tenero, e solo occasionalmente con elementi lapidei più competenti o mattoni; quasi del tutto assenti gli elementi di rinforzo (p. es. tiranti o catene). In tale contesto i danni sono stati complessivamente gravi: tre crolli totali e alcuni parziali (Fig. 1), ma soprattutto molte lesioni passanti a croce di S. Andrea, perdita di verticalità e ribaltamento di pareti, espulsione di spigoli, ecc., che determinano situazioni a rischio di crollo o comunque di totale inagibilità. L’elevata vulnerabilità delle vecchie costruzioni è imputabile non solo alle caratteristiche scadenti della muratura, spesso anche in stato fatiscente, ma anche al fatto che in molti casi si osservano profonde modifiche strutturali e superfetazioni. A riprova, l’edificato in calcestruzzo armato più o meno recente ha subìto solo danni leggeri. Il quadro dei danni osservati in quest’area porta all’assegnazione del grado di intensità 8 EMS. Danni diffusi e significativi hanno interessato la frazione di Fango (comune di Lacco Ameno), caratterizzata da una tipologia edilizia similare; qui i due crolli totali sono avvenuti in edifici fatiscenti (Fig. 2). Anche il quartiere “Bagni” di Casamicciola ha subìto danni diffusi di una certa entità, sebbene meno appariscenti per la miglior qualità costruttiva dell’edificato. Ad entrambe le località è stata attribuita una intensità 7 EMS. Fig. 1 - Casamicciola, quartiere Maio (zona rossa): a) crollo totale di un edificio originariamente in muratura che ha subìto pesanti modifiche strutturali; b) crollo parziale di un edifico in blocchetti di tufo.

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