GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

364 GNGTS 2017 S essione 2.2 a seguito dei rilievi e delle indagini eseguite successivamente al terremoto del 24 agosto. A seguire sono presentati i risultati preliminari delleanalisidisimulazionenumerica monodimensionali eseguite su due verticali significative di Borgo e quelli di analisi bidimensionali lungo una sezione passante per i due centri abitati. Metodologia . All’indomani del terremoto del 24 agosto 2016, nell’ambito delle attività del gruppo internazionale GEER (Stewart et al. , 2017a, 2017b), l’area di studio è stata oggetto di sopralluoghi che hanno permesso la realizzazione di una carta di zonazione del danno (Fig. 1). Per una quantificazione della distribuzione del danneggiamento osservato si è fatto riferimento alla scala semplificata proposta da Bray e Stewart (2000), composta da 5 classi, dove al valore D0 viene associato “nessun danno” e al D5 il “collasso totale della struttura”. Il livello di danneggiamento sperimentato dai due centri abitati è molto differente (Fig. 1). Arquata capoluogo ha subito il collasso di diversi edifici, mentre a Borgo non si sono osservati significativi danneggiamenti alle strutture. In particolare il livello di danneggiamento medio nella zona est di Borgo rientra nelle classi D1-D2, mentre cresce leggermente (D2-D3) spostandosi verso NW. L’occorrenza di possibili effetti locali è stata investigata correlando la distribuzione e l’entità del danneggiamento con le caratteristiche geologiche e morfologiche locali riferite ai due centri abitati, ubicati a una comparabile distanza dall’epicentro (circa 9 km di distanza) e vicini tra loro (Arquata e Borgo distano infatti approssimativamente 200 m l’uno dall’altro). Considerando che mediamente non sono state riscontrate significative variazioni delle caratteristiche costruttive degli edifici all’interno dell’area studiata, risulta logico ipotizzare che le ragioni di differenti effetti del terremoto sul costruito possano essere riferiti ad una diversa intensità locale con cui lo stesso è stato risentito. Breve inquadramento geologico dell’area. In Fig. 2 è riportata la carta geologica 1:5.000, realizzata dall’ISPRA nell’ambito delle attività propedeutiche alla Microzonazione Sismica per la ricostruzione nell’area del comune di Arquata del Tronto (ISPRA, 2017). Nell’area di studio il substrato geologico è rappresentato da una successione torbiditica appartenente alla Formazione della Laga, composta principalmente da alternanze di litotipi da arenacei a pelitici, nel dettaglio: LAG 1E: membro pre-evaporitico, litofacies pelitico-arenacea; LAG 1D: membro pre-evaporitico, litofacies arenaceo-pelitica I; LAG 1C: membro pre- evaporitico, litofacies arenacea; LAG 1B: membro pre-evaporitico, litofacies arenaceo-pelitica II a grandi banconi. Localmente si alternano coperture di deposito di versante, depositi alluvionali recenti e terrazzati disposti essenzialmente lungo i corsi d’acqua come ad esempio nella piana alluvionale del Tronto e altri fossi minori, quali ad esempio quello della Camartina. Arquata del Tronto (intesa come capoluogo) si sviluppa su una cresta allungata WNW-ESE, ad una quota di circa 730 m s.l.m, tuttavia il centro si sviluppa quasi perpendicolarmente ad essa, poiché all’estremità SE la cresta si allarga conferendo al sito una morfologia marcatamente 3D. Fig. 1 - Zonazione del danno osservato in Arquata capoluogo e Borgo.

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