GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.2 409 termine di attenuazione e dipende dalla distanza ipocentrale R e G s ( f ) è la risposta di sito della stazione. L’inversione è stata effettuata per 80 frequenze, comprese tra 0.4 e 30 Hz, equi-spaziate in scala logaritmica, utilizzando sia le ampiezze spettrali orizzontali (media geometrica) sia verticali. Le distanze ipocentrali variano tra 15-100 km e sono state discretizzate in 46 intervalli di larghezza 2 km. Per eliminare la dipendenza esistente tra la sorgente e il termine di sito, è stato necessario vincolare la risposta di alcune stazioni, utilizzate come riferimento, in modo tale che la loro media fosse pari ad 1. I siti di riferimento sono stati selezionati secondo i seguenti criteri: i) sito roccioso in base a informazioni geologiche/geotecniche ii) amplificazioni trascurabili sulla componente verticale; iii) EHV con andamento piatto iv) termini di sito, stimati dall’analisi dei residui rispetto alla classe NTC08 A, intorno allo zero, La Fig. 2 mostra un esempio di funzioni di amplificazione orizzontale e verticale calcolate in FAS ed SA per le stazioni IT.CNE ed IV.ARRO, ottenute dal GIT. I risultati di questo studio relativi alle stazioni sismiche ricadenti in un buffer di raggio 1km dal centroide delle località individuate dall’Ordinanza n. 24 del 12 maggio 2017 per effettuare gli studi di MS di III livello, sono stati utilizzati per realizzate le schede di stazione dall’unità UTAS e calcolare i fattori di amplificazione. Bibliografia Andrews, D.J., 1986. Objective determination of source parameters and similarity of earthquakes of different size, in Earthquake Source Mechanics, pp. 259–267, eds Das, S., Boatwright, J. & Scholz, C.H., American Geophysical Union, Washington. Bindi, D., F. Pacor, L. Luzi, R. Puglia, M. Massa, G. Ameri, and R. Paolucci (2011). ������ ������ ���������� Ground motion prediction equations derived from the Italian strong motion database, Bull. Earthq. Eng. 9, no. 6, 1899–1920, doi: 10.1007/ s10518-011-9313-z. STIMA DELLA CURVA DI DISPERSIONE DELLE ONDE DI RAYLEIGH attraverso l’utilizzo di due sensori APPLICANDO IL METODO SPAC ZERO CROSSING E. Paolucci, D. Albarello, E. Lunedei, J. Pappadopulo Dipartimento di Scienze Fisiche, della Terra e dell’Ambiente, Università degli Studi di Siena Introduzione. La caratterizzazione dinamica dei terreni finalizzata alla stima del profilo locale di V S risulta di fondamentale importanza nello studio degli effetti di sito e in particolare nel contesto degli studi di Microzonazione Sismica che stanno coinvolgendo un gran numero di comuni in tutto il paese nonché le località dell’Italia centrale colpite dalla recente sequenza sismica del 2016. In tale ambito, le tecniche sismiche passive a stazione multipla (o array sismici) basate sull’analisi del campo di vibrazioni ambientali risultano decisamente appetibili in quanto sono caratterizzate da costi decisamente minori e da una maggiore facilità di uso nei contesti urbani rispetto alle tecniche sismiche attive sia di superficie che in foro. Nonostante ciò, tenendo conto della struttura urbanistica della maggior parte dei centri storici italiani, anche tali tecniche possono presentare limitazioni pratiche di spazio nonostante esistano metodologie di analisi che permettono l’uso di geometrie lineari (per es. la tecnica ESAC; Ohori et al. , 2002). Problemi analoghi possono verificarsi anche nella fase di emergenza post terremoto, in quanto gli stendimenti possono essere fortemente ostacolati dalla presenza di macerie e resti di edifici danneggiati. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di verificare la capacità e l’affidabilità della tecnica SPAC zero crossing (Ekstrom et al. , 2009) nell’ottenere la stima della curva di dispersione delle onde di Rayleigh utilizzando soltanto una coppia di sensori. Tale

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