GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.2 431 discontinui lungo la condotta, in quanto soltanto alcuni segmenti della tubazione intersecano terreni conaltaprobabilitàdi liquefazione.La localizzazionedel possibiledannoperdeformazione permanente causata da liquefazione è concentrata in pianura; il tratto di condotta più lungo e con maggior danneggiamento risulta essere in corrispondenza del bacino idrogeologico di Osoppo-Gemona (numero 1 in Fig. 2f), in cui otteniamo valori del parametro RR compreso tra 1.5 e 2. Questi alti valori dipendono dalla combinazione dei tre fattori che determinano lo spostamento permanente: lo scenario sismico (Fig. 2c), in cui l’epicentro è prossimo a tale tratto di condotta, fatto che contribuisce a produrre un alto valore di scuotimento; il tipo di suolo presente in tale area, che risulta nella classe “alta” della classificazione di suscettibilità alla liquefazione; e, infine, la profondità della falda freatica, che in questa zona risulta essere a pochi metri dal piano di campagna. Danneggiamento legato a movimenti gravitativi. Un’ulteriore indagine ha riguardato il danno alla condotta interrata causato da fenomeni di frana. È stata utilizzata, anche in questo caso, la procedura HAZUS (FEMA, 2003), che comporta il calcolo dello spostamento permanente del terreno (PGD) legato a fenomeni franosi (Fig. 1c). Il calcolo iniziale consiste nella costruzione della mappa di suscettibilità da frana, che dipende dalle condizioni geologiche e idrogeologiche e dall’angolo di pendenza del pendio. Successivamente, per ottenere la stima di PGD è stato utilizzato un approccio semplificato del metodo di Newmark (1965) basato sull’utilizzo di relazioni empiriche tra PGD, l’accelerazione critica a c necessaria per innescare il movimento franoso e il parametro di scuotimento, espresso in termini di PGA. Per il calcolo della suscettibilità a franosità indotta da eventi sismici la procedura HAZUS (FEMA, 2003) adotta la relazione di Wilson e Keefer (1985), in cui le condizioni idrogeologiche considerate sono di due tipi in cui il livello della falda è, rispettivamente, sopra o sotto il piano di scivolamento. La caratterizzazione dei suoli del Friuli Venezia Giulia è stata dedotta da Slejko et al. (2011), che, sulla base delle informazioni derivate dalla Carta Geologica alla scala 1:150.000 (Carulli, 2006) e in accordo alle classi NERHP (BSSC, 2004), suddivide i terreni regionali in 5 classi con decrescente resistenza. Poiché la metodologia HAZUS (FEMA 2003) prevede soltanto tre classi di resistenza (Wieckzorek, 1985), sono state inserite nella classe A di HAZUS le rocce compatte e quelle stratificate, nella classe B le rocce evaporitiche e i sedimenti ghiaiosi ed infine, nella classe C i suoli sabbiosi, argillosi, morenici e torbosi (Fig. 3a). Un altro parametro importante per valutare la suscettibilità a frana è l’angolo di inclinazione del pendio. La pendenza è stata calcolata utilizzando come dato di base il Modello Digitale del terreno (DTM) con risoluzione di 20 m, classificando la pendenza in 6 gruppi (Fig. 3b), dal quasi piatto (minore di 10°) a molto ripido (maggiore di 40°). La carta di suscettibilità a frana (Fig. 3c) è stata, infine, ottenuta tramite l’analisi spaziale, in ambiente GIS, dei due elaborati sopra descritti (mappa dei terreni e quella dell’acclività). Non avendo informazioni sul livello della falda freatica abbiamo utilizzato la situazione più cautelativa, rappresentata da una falda freatica al di sopra del piano di scivolamento. La suscettibilità a frana viene misurata su una scala da I a X, dove la classe I rappresenta la più bassa suscettibilità e aumenta con l’incremento della pendenza e il decremento della resistenza dei suoli. Le classi ad alta suscettibilità di grado VIII, IX, e X includono pendii ripidi e rocce dure, mentre per i suoli a bassa resistenza della classe C (HAZUS) si può ottenere il massimo grado di suscettibilità anche per pendenze della classe tra 15° e 20°. L’accelerazione critica a c è definita come l’accelerazione necessaria affinché il movimento franoso abbia inizio, e dipende della pendenza del versante, della resistenza del terreno e delle condizioni idrogeologiche.Wilson eKeefer (1985) definiscono per ogni categoria di suscettibilità a frana le corrispondenti accelerazioni critiche (misurate in g); per i bassi gradi di suscettibilità, l’accelerazione critica, che serve per indurre il movimento, è alta, mentre risulta il contrario per le alte categorie di suscettibilità. Se l’accelerazione critica è maggiore dell’accelerazione attesa in superficie (PGA), lo spostamento può considerarsi nullo e il loro rapporto q= a c /PGA è maggiore di 1. In Fig. 3d viene riportata la mappa delle zone instabili (zone con q <1). Lo

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