GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

14 GNGTS 2017 S essione 1.1 Gutenberg B. & Richter, C.F., 1942. Earthquake Magnitude, intensity, energy and acceleration, Bull. Seism. Soc. Am., 32, 162-191. Matsu’ura R. S., 1986. Precursory quiescence and recovery of aftershock activities before some large aftershocks. Bulletin of the Earthquake Research Institute University of Tokyo, 61, 1-65. Utsu T., 1961. A statistical study of the occurrence of aftershocks, Geophys. Magazine, 30, 521-605. Digital Humanities , informazione giornalistica e completezza dei cataloghi C.H. Caracciolo INGV-Bologna In questo intervento vorrei mostrare alcuni risultati della ricerca storico-sismologica che aveva l’obiettivo di contribuire ad arricchire il Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (Rovida et al., 2016) e il Data Base Macrosismico Italiano (Locati et al., 2016), e a considerare la loro completezza. Innanzitutto, vorrei distinguere due aspetti della completezza del catalogo. Da un lato si può considerare la completezza storica , che si può definire come la relazione esistente tra la “sismicità vera” e quella registrata nel catalogo. La “vera” sismicità è una stima prodotta dai dati conosciuti, elaborati attraverso metodi statistici e che presuppone la stazionarietà del fenomeno (Stucchi e Albini, 2004), e dipende dallo stato delle conoscenze disponibili. Dall’altro lato dobbiamo considerare la completezza storiografica , che si può definire come il rapporto tra la documentazione adoperata per stabilire le attuali conoscenze e il potenziale di documenti disponibile negli archivi, biblioteche e banche dati. Anche in questo caso si tratta di una stima, perché: a) non sempre si può essere certi di avere consultato tutta la documentazione considerata significativa, pertinente e autorevole; b) l’elenco della documentazione disponibile può essere sempre aggiornato, dal momento che si può arricchire con la catalogazione archivistica di nuovi fondi, con la pubblicazione di edizioni critiche di manoscritti prima difficilmente consultabili, nonché con la scoperta di nuovi documenti; c) la completezza storiografica presuppone che le fonti siano state consultate in modo esaustivo e accurato, sussistendo, tuttavia, la possibilità di nuove letture/interpretazioni delle fonti già esaminate. Si capisce che la completezza storiografica concerne specificamente il lavoro dello storico, ed è su questo aspetto su cui vorrei soffermarmi in questa sede. La ricerca si è svolta sia attraverso la consultazione sistematica di materiale on line , ovvero con i mezzi della cosiddetta Digital Humanities , che attraverso i metodi tradizionali, in biblioteche e archivi. Alcuni risultati sono stati raggiunti anche grazie alla rilettura e all’analisi di testi chiave della sismologia storica. Dalle informazioni raccolte, consideriamo solo alcuni pochi casi che sembrano interessanti. Ancona, 3 maggio 1818 e 3 gennaio 1691. Il terremoto del 3 maggio 1818 è stato registrato da Baratta (1897, 1901), il quale ricava la notizia dalla stampa giornalistica coeva: “alle 4h pomeridiane circa del 3 maggio forte scossa: panico grandissimo ma nessun danno: tutta la popolazione abbandonò le case (…)”. Traccia dell’evento si trova nel catalogo curato da Postpischl (1985), ma non è stato ripreso nei successivi cataloghi (Rovida et al. , 2016). Tuttavia, una notizia del settembre successivo afferma che la stagione operistica nella capitale marchigiana non sarebbe cominciata a causa dei danni che il teatro aveva sofferto dal terremoto ( Abend Zeitung , 9.11.1818). Sebbene l’informazione sia da confermare, di fatto, proprio alla fine di quell’anno si decise, a causa dello stato in cui si trovava il teatro, di costruirne un nuovo, l’attuale Teatro

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