GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.3 457 Prime Rielaborazioni Circa i Danni Rilevati alle Chiese delle Marche a Seguito del Terremoto del Centro Italia (2016) S. Carbonari 1 , A. Dall’Asta 2 , L. Dezi 1 , F. Gara 1 , G. Leoni 2 , M. Morici 2 , A. Prota 3 , A. Zona 2 1 Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Architettura, Università Politecnica delle Marche 2 Scuola di Architettura e Design, Università degli Studi di Camerino 3 Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, Università degli Studi Federico II, Napoli Introduzione. Le chiese sono edifici con valore storico e artistico che presentano una diffusione capillare nel territorio dell’Italia centrale e costituiscono una componente importante del patrimonio culturale. Il corpo di fabbrica di una chiesa è costituito da sottosistemi strutturali ricorrenti quali la facciata, le pareti laterali, il transetto, l’abside, la navata centrale e laterali, che tendono ad esibire risposte sismiche spesso indipendenti Studi effettuati sui danni subiti dalle chiese a seguito degli eventi sismici del Friuli 1976 (Doglioni et al., 1994), di Umbria-Marche 1997 (Lagomarsino e Podestà, 2004a, 2004b), del Molise 2002 (Lagomarsino e Podestà 2004c) dell’Aquila 2009 (Lagomarsino 2012) e dell’Emilia 2012 (Indirli et al., 2012; Sorrentino et al., 2014) hanno mostrato come i meccanismi di danno presentino caratteristiche ricorrenti nonostante l’unicità di ogni corpo di fabbrica. Partendo dalle conoscenze maturate nei precedenti studi eseguiti a seguito di eventi sismici importanti, in questo lavoro gli autori hanno rielaborato i primi dati relativi al danneggiamento subito dal patrimonio culturale marchigiano con l’obiettivo finale di individuare le relazioni che intercorrono tra danno osservato e intensità di scuotimento. Lo studio, di carattere metodologico, prende in esame un sottoinsieme dei dai dati raccolti nella visita di circa 3600 chiese e intende principalmente mettere in evidenza i problemi connessi all’elaborazione di informazioni spesso non omogenee, proponendo alcune strategie per la loro interpretazione. Informazioni disponibili. A seguito degli eventi sismici che hanno colpito l’Italia Centrale a partire dal 24 agosto 2016, diverse squadre di tecnici specializzati sono state attivate per esaminare il danneggiamento subito dagli edifici del patrimonio culturale architettonico Italiano. Il loro principale compito è stato quello di compilare appositi modelli, relativi al rilievo del danno (DPCM 2006), e dare indicazioni utili per la salvaguardia della pubblica incolumità con l’indicazione, ove necessario, di installare opere temporanee di messa in sicurezza. Le squadre, coordinate dal DPC e dal MiBACT tramite le strutture operanti all’interno della Dicomac e delle sedi regionali del Mibact, erano composte da: Funzionari del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT), Tecnici strutturisti facenti parte del consorzio della Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica (ReLUIS), da una squadra dal personale dei Vigili del Fuoco, ove necessario, per permettere l’accesso in condizioni di sicurezza. Nelle operazioni di sopralluogo delle chiese sono stati compilati i moduli di valutazione speditiva del danno A-DC che raccolgono dati di carattere generale del bene (nome, posizione geografica, datazione storica, beni mobili contenuti ecc.), dati relativi allo sviluppo plano- volumetrico degli elementi principali della fabbrica (navata centrale, abside, transetto, facciata, ecc.) ed il suo stato di conservazione. In aggiunta in una sezione specifica della scheda, vengono riportati i macroelementi attivabili, il livello di danno manifestato, se di natura sismica, l’esito di agibilità della chiesa e i presidi di pronto intervento da eseguire. Il campione oggetto del presente studio consiste in 536 chiese distribuite abbastanza uniformemente sul territorio marchigiano (Fig. 1), fatta eccezione per le zone prossime agli epicentri, per le quali non erano disponibili i dati relativi ai sopralluoghi effettuati. Al fine di derivare relazioni realistiche tra danno atteso ed intensità sismica, appare evidente la necessità di individuare le tipologie di impianto più ricorrenti delle chiese del campione (Carbonari et al., 2017), con lo scopo di mettere in evidenza le possibili vulnerabilità legate all’impianto, fornendo indirettamente, anche informazioni sullo stato di conservazione (si può ragionevolmente ipotizzare che chiese più importanti siano state oggetto di più attenzione sotto l’aspettomanutentivo). E’altresì fondamentale tenere conto dello stato generale di conservazione

RkJQdWJsaXNoZXIy MjQ4NzI=