GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

458 GNGTS 2017 S essione 2.3 del bene che potrebbe incidere sull’entità del danno sviluppato a seguito dei terremoti; anche queste informazioni sono state opportunamente derivate ed analizzate nel contesto della procedura proposta. Inoltre è utile osservare che il campione analizzato è costituito anche da chiese che hanno sperimentato il terremoto Umbria-Marche 1997 e sulle quali si è intervenuti in modo più o meno incisivo in relazione alla disponibilità dei fondi e all’entità dei danni subiti. Da una prima rielaborazione dei dati contenuti nella parte generale della scheda è emerso che circa il 70% delle chiese analizzate sono caratterizzate da un impianto semplice (chiese ad una navata con presenza o meno di abside) e da uno sviluppo planimetrico in termini di superficie minore di 200 m 2 . Rielaborando i dati in funzione dello stato di conservazione di ogni singolo edificio, si è osservato che la maggior parte delle chiese presenta uno stato manutentivo tra buono e discreto (circa l’81%), mentre solo una piccola percentuale di esse si trova in uno stato di conservazione pessimo (circa il 4%). Se si considera la presenza di danno precedente alla successione degli eventi sismici del 2016, è emerso che oltre il 51.4% presenta un danno pregresso limitato, mentre per la restante parte del campione il danno rilevato è stato prodotto dagli eventi sismici del 24 agosto 2016. Danneggiamento sismico. In accordo con le linee guida italiane per i beni culturali la tipologia di danno è stata valutata a partire dai 28 meccanismi previsti dalla scheda A-DC, definendo, per ogni meccanismo di danno attivabile, sei livelli di danneggiamento, da d 0 (nessun danno) a d 5 (collasso parziale o totale dell’elemento), in accordo con il criterio osservazionale di valutazione della gravità. A partire dal livello di danno di ogni singolo meccanismo attivabile è possibile definire un indice di danno globale i d per la chiesa, valutato in accordo con quanto previsto nella scheda A-DC, tramite una media pesata del danno sui meccanismi di danno attivati/attivabili. Al fine di rendere l’analisi di vulnerabilità delle chiese coerente con l’analisi di vulnerabilità degli edifici, l’indice di danno è raggruppato in fasce di danno (Lagomarsino e Podestà, 2004a, 2004b; De Matteis et al., 2016) stabilendo una correlazione con i sei livelli di danno Dk (da D1 a D5) definiti dalla scala EMS-98 (Grunthal et al., 1998). Dalla rielaborazione degli indici di danno, risulta che il 50.7% delle chiese ha manifestato almeno un livello di danno D1, il 25% un livello di danno D2, il 12.7% D3, 2.4% D4 e 1.5% D5. Assumendo come parametro di misura di intensità il valore di PSA 0.30 s, che può essere considerato una buona misura di intensità per le chiese, attraverso il software QGIS è stato possibile inserire nelle mappe di scuotimento rielaborate dall’INGV la posizione delle chiese oggetto di sopralluogo con il valore di danno Dk manifestato (Fig. 1). Data la successione temporale dei sopralluoghi, iniziati a seguito dell’evento del 24 agosto, interrotte con gli eventi Fig. 1 - Mappa di scuotimento in termini di PSA 0.30s per: a) evento del 24 agosto 2016 con localizzazione delle chiese visionate prima dell’evento del 30 ottobre 2016; b) inviluppo eventi del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016 con localizzazione delle chiese visionate dopo l’evento del 30 ottobre 2016.

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