GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.3 461 Sismicità Potenzialmente innescabile Offshore e Tsunami (progetto SPOT): un primo approccio all’analisi del possibile impatto delle piattaforme a olio e gas sul rischio sismico e da tsunami lungo le coste italiane D. Di Bucci 1 , I. Antoncecchi 2 , F. Ciccone 2 , G. Teofilo 2 , F. Terlizzese 2 , A. Argnani 3 , M. Ligi 3 , M. Rovere 3 , R. Basili 4 , M. Coltelli 5 , S. Lorito 4 , B. Borzi 6 , F. Germagnoli 6 , M. Di Ludovico 7 , G.P. Lignola 7 , A. Prota 7 1 Dipartimento della Protezione Civile – PCM, Roma 2 Direzione Generale per la Sicurezza anche ambientale delle attività minerarie ed energetiche - MiSE, Roma 3 CNR-ISMAR, Bologna 4 INGV-Roma1, Roma 5 INGV-Catania, Catania 6 EUCENTRE, Pavia 7 ReLUIS, Napoli Il progetto SPOT (Sismicità Potenzialmente innescabile Offshore e Tsunami) è parte delle attività tecnico-scientifiche a supporto delleAutorità nazionali per l’applicazione della Direttiva Europea sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi (2013/30/EU) e dei decreti italiani che ne derivano. Il progetto è stato ideato e finanziato dal Ministero dello SviluppoEconomico italiano con il supporto tecnico del DipartimentoNazionale della Protezione Civile. Gli istituti di ricerca coinvolti sono l’Istituto di Scienze Marine del Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR), l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il Centro europeo di formazioni e ricerca in ingegneria sismica (EUCENTRE) e la Rete Universitaria dei Laboratori di Ingegneria Sismica (ReLUIS). Le attività sono iniziate il 1° febbraio 2017 e complessivamente avranno una durata prevista di 21 mesi. Obiettivo del progetto è un’ampia analisi delle strutture geologiche offshore, volta a valutare l’esistenza di faglie potenzialmente sismogeniche in prossimità delle piattaforme di estrazione olio e gas esistenti. Questo studio rappresenta la necessaria fase propedeutica a una futura valutazione della possibilità che abbiano luogo dei fenomeni sismici dannosi potenzialmente innescati da operazioni svolte su tali piattaforme. I parametri descrittivi delle faglie identificate verranno utilizzati per stimare il tasso di sismicità naturale ad esse associato. L’impatto di questi terremoti naturali lungo le coste sarà poi modellato in termini di scuotimento al suolo e di maremoti (tsunami), anche generati dal movimento di frane sottomarine indotte dallo scuotimento sismico. A loro volta, questi modelli saranno utilizzati per stimare le potenziali perdite di vite umane ed economiche. Laddove la modellazione, anche combinata, dei terremoti e degli tsunami indichi un impatto rilevante lungo le coste, è prevista una successiva analisi più dettagliata per eseguire modelli specifici, che tengano conto dei dati di produzione e delle caratteristiche geomeccaniche del giacimento. Per identificare le zone marine che rappresentano il focus del progetto, si è partiti dal considerare tutte le licenze assegnate e attualmente attive nell’offshore delle coste italiane. Sono stati poi tracciati i perimetri dei relativi reservoir , forniti dagli operatori al Ministero dello Sviluppo Economico. Facendo riferimento agli “Indirizzi e Linee Guida per i monitoraggi” (Dialuce et al. , 2014), è stato poi tracciato un buffer di 15 km intorno a tali perimetri. Le zone così ottenute, che in molti casi sono tra loro coalescenti, definiscono le aree di studio del progetto. Esse sono ubicate in prevalenza nel Mare Adriatico, nello Ionio e nel Canale di Sicilia (Fig. 1). È in queste aree che sarà analizzata la possibile presenza di faglie attive e il loro potenziale sismogenico e tsunamigenico. Inoltre, sarà valutata la possibilità che lo scuotimento sismico attivi frane sottomarine e, in caso, il potenziale tsunamigenico di queste ultime. Tenendo conto delle aree di studio, la componente ingegneristica del progetto acquisirà i dati necessari a caratterizzare l’edificato residenziale e alcuni tipi di infrastrutture in termini di distribuzione spaziale, tipologia e vulnerabilità sismica (aree delimitate in blu in Fig. 1). Inoltre, il patrimonio abitativo residenziale sarà caratterizzato anche in termini di vulnerabilità

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