GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.3 463 La definizione del livello di rischio accettabile per finalità di protezione civile: il processo decisionale in prospettiva comportamentale D. Di Bucci 1 , L. Savadori 2 1 Dipartimento della Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Roma 2 Dipartimento di Economia e Management, Università of Trento Questo lavoro si pone l’obiettivo di analizzare da una prospettiva comportamentale il processo decisionale politico, alla scala nazionale e sopranazionale, volto a stabilire i livelli accettabili per i rischi di interesse di protezione civile. Ciascuna delle due comunità, quella degli scienziati comportamentali e quella degli esperti di tali rischi, ha molta familiarità con i concetti analizzati in questo studio che si riferiscono al proprio specifico ambito di competenza. Al contrario, conosce molto poco, se non nulla del tutto, dell’altro ambito. Pertanto il lavoro vuole essere un primo passo verso l’integrazione di queste discipline. In particolare, sono state analizzate le modalità con cui dovrebbe essere stabilito, attraverso i processi decisionali politici di alto livello e le conseguenti politiche attuative, il livello di rischio accettabile per quanto riguarda i rischi di disastri e la loro riduzione. Stabilire il livello di rischio accettabile ha infatti conseguenze rilevanti nel processo di riduzione dei rischi; tra l’altro, implica una valutazione quantitativa dei costi e dei benefici, a breve e lungo termine, legati alla decisione di operare - o meno - per ricondurre i livelli esistenti di un dato rischio a quelli ritenuti accettabili per una determinata comunità, anche tenendo conto delle probabilità di accadimento dei relativi eventi catastrofici. Partendo dalla definizione di rischio e di rischio accettabile, è stata affrontata la questione di stabilire chi è che debba decidere quale sia il livello accettabile per un determinato rischio. L’analisi degli studi in materia porta ad affermare che si tratta di un processo decisionale eminentemente politico, che dunque è in carico ai decisori politici. Sono state quindi trattate in dettaglio le ragioni che rendono il compito di prendere questa decisione assai difficile. Sono stati riconosciuti, infatti, alcuni aspetti comportamentali che possono, di fatto, essere di impedimento alla positiva conclusione di tale processo decisionale. Tra questi giocano un ruolo fondamentale le “anomalie” che riguardano le scelte intertemporali, l’euristica della disponibilità e il mental accounting , in quanto interferiscono con le preferenze tra interessi propri e interessi altrui, nonché con la valutazione delle perdite e dei guadagni individuali del decisore politico rispetto a quelli della propria comunità di riferimento. In questo contesto, il decisore politico mostra in generale, a meno che non abbia un profilo di statista e dunque una visione alta e di lungo termine del bene della propria comunità, una preferenza per non decidere o comunque procrastinare la decisione. Tuttavia, un cambiamento di tale comportamento del decisore politico può essere indotto dal verificarsi di un mutamento nelle idee del proprio elettorato. Tale ri-orientamento dei valori e degli interessi di una società può essere promosso, ad esempio, sulla base delle conoscenze che derivano dalle ricerche sulle norme sociali. Queste ultime pongono in risalto il ruolo potenziale di alcune figure all’interno di una comunità quali, ad esempio, i cosiddetti “trendsetter”, individui che all’interno di un gruppo guidano l’innovazione. Le comunità tecnica, scientifica e professionale che sono parte del sistema di protezione civile hanno le conoscenze necessarie e la consapevolezza di quanto dovrebbe essere fatto in termini di riduzione del rischio di disastri; sono, quindi, in grado di stabilire una relazione diretta con alcuni singoli trendsetter e statisti per promuovere il processo decisionale sulla riduzione dei rischi di disastri. In tale relazione, queste comunità potranno costruire un rapporto di fiducia, fornire consulenze di valore e dare vita a discussioni approfondite. In questa interazione e collaborazione, le scienze comportamentali possono fornire un supporto valido per una migliore comprensione reciproca.

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