GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.3 471 Indici di operatività. Sui sistemi completi e sui relativi sistemi ridotti è stato applicato il modello valutativo I.OPà.CLE: come noto, i risultati prodotti forniscono le probabilità di mantenimento dell’operatività in emergenza dei sistemi, relativi sottosistemi ed elementi in questi ricompresi, per i tre periodi di ritorno considerati. La Fig. 1 mette in evidenza il rapporto tra Indici di Sottosistema (Funzioni Strategiche, Aree di Emergenza e Ricoveri, Collegamenti) ed indici Globali, per i tre periodi di ritorno e per ogni comune analizzato, nella sua configurazione originaria. La presenza di molti punti nella parte bassa del diagramma evidenzia come in molti casi l’indice di operatività globale sia vicino allo zero, anche per valori non bassi degli indici relativi alle Funzioni Strategiche e alle Aree di Emergenza. La presenza delle rette di regressione consente di valutare l’influenza di ciascun Sottosistema sulle performance globale del sistema. Quanto più la curva di regressione relativa a ciascun Sottosistema si avvicina alla diagonale dell’area del grafico, tanto più quel Sottosistema è influente, in maniera sfavorevole, ai fini dell’operatività globale. Ne risulta, molto chiaramente, che il Sottosistema che maggiormente influenza l’operatività globale sia quello dei collegamenti, che spesso determina anche l’ordine di grandezza dell’indice. Ciò è ascrivibile all’elevato numero di collegamenti presenti in un sistema generico. Pertanto, anche l’operatività del relativo sottosistema risulta generalmente molto inferiore a quella degli altri due sottosistemi considerati (Funzioni Strategiche e Aree di Emergenza). L’istogramma di Fig. 2 illustra, per ogni comune analizzato, il rapporto tra l’Indice di Operatività Globale delle CLE e il medesimo indice per il sistema ridotto. Tale rapporto fornisce una misura di quanto le analisi della CLE di partenza forniscano indici di operatività più bassi rispetto a quelle ridotte. Osservando il grafico, si evince che solamente una parte dei comuni analizzati (circa il 36%, ovvero 11 comuni su 30) presenta operatività globali uguali a quelle dei sistemi ridotti: il rapporto tra gli Indici di Operatività è, infatti, pari ad 1. Inoltre circa il 30% dei comuni presenta valori di operatività della CLE di partenza del 90% inferiori a quelli del corrispondente sistema CLE ridotto. Classi di operatività. Il modello I.OPà.CLE fornisce, oltre ai valori probabilistici degli Indici di Operatività, anche i valori medi (µ) e la deviazione standard (�� ����� ������ ������� σ) degli Indici stessi, valori che, articolati in sottoclassi ordinate dalla migliore alla peggiore, sono utili a definire la Classe di Operatività del Sistema e dei Sottosistemi. Le singole sottoclassi consentonodi descrivere in maniera sintetica, ma allo stesso tempo puntuale, le problematiche dei vari sistemi presi in esame. Ogni Classe di Operatività è così identificata attraverso la combinazione delle tre sottoclassi, relative rispettivamente a Indice probabilistico (sottoclassi da A ad E ), valori medi µ (sottoclassi da 1 a 3 ) e deviazione standard �σ (sottoclassi da a a c ) (Dolce et al ., 2017a, 2017b). I grafici di Fig. 3 illustrano la distribuzione delle tre sottoclassi, riferite a sistemi originari e ridotti per i tre eventi di riferimento. Già in assenza di sisma (T=0), il Fig. 2 - Rapporto Indici di Operatività Globale della CLE e della CLE ridotta.

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