GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

512 GNGTS 2017 S essione 2.3 comunicazione tra INGV e ISPRA per i dati mareografici e tra INGV e DPC per i messaggi di informazione e allerta. Tutti questi documenti, espressione del razionale scientifico più avanzato e maggiormente accreditato a livello nazionale e internazionale, debbono essere sottoposti a un giudizio di validazione ad opera di organismi rappresentativi della comunità scientifica di riferimento, sia a livello nazionale che internazionale. La codificazione e la validazione del portato operativo della miglior scienza ed esperienza, oltre a soddisfare un razionale scientifico incontra le esigenze correlate ad una gestione più corretta del rimprovero colposo. Nel nostro ordinamento il rimprovero colposo si lega più comunemente all’evento che scaturisce da una violazione della regola cautelare preposta alla corretta gestione del rischio. È opportuno che queste regole siano predeterminate non solo perché l’operatore risulta così in grado di uniformarsi alle stesse ma perché il giudice, in sede di eventuale valutazione della responsabilità, potrà valutare se la condotta tenuta sia o meno rispondente alle più elevate cognizioni scientifiche codificate e pertanto non rimproverabile. La codificazione delle cautele risulta dunque uno strumento utile sia per l’operatore che per il giudice poiché aiuta ad integrare ex ante una base conoscitiva comune ad entrambi, anche se non sempre esaustiva, attese le peculiarità del caso concreto. A questa attività di codifica ci inducono non solo le argomentazioni della giurisprudenza in tema di disastri naturali (con particolare riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione “Grandi Rischi”), ma altresì l’avanzato mondo della responsabilità medica che con la legge Gelli Bianco ha addirittura previsto che le linee guida siano recepite, vagliate, pubblicizzate e aggiornate dal Ministero della sanità e dai suoi organi. Nell’attesa che sia prevista una tale assunzione di responsabilità da parte dello stato per tutte le aree di rischio consentito di così centrale delicatezza come quella gestita dal CAT-INGV, lavoriamo per costruire strumenti condivisi attraverso i quali poter offrire alla popolazione un servizio efficace e tempestivo di altissimo livello. La comunicazione del rischio nel CAT. Tra gli strumenti necessari per la riduzione del rischio, è in corso di realizzazione uno studio per la definizione di una corretta comunicazione del rischio. Nell’area NEAM gli tsunami costituiscono fenomeni relativamente poco frequenti e certamente poco familiari per le popolazioni costiere esposte: i lunghi tempi di ritorno degli eventi, le scarse conoscenze della dinamica del fenomeno, uniti alla mancanza di una specifica memoria storico-culturale degli tsunami, costituiscono un rilevante limite alle strategie di mitigazione del rischio e un potenziale problema anche per l’efficacia delle allerte. Nel tentativo di dare una risposta organica a questo problema, il Centro Allerta Tsunami sta mettendo a punto una articolata strategia di comunicazione del rischio, fondata su un modello interpretativo diverso dal deficit model e su una definizione ampia e comprensiva della stessa comunicazione del rischio, con l’obiettivo di creare maggiore continuità tra la comunicazione in tempo di pace e in tempo di crisi e aumentare il consenso intorno alle soluzioni proposte. L’approccio adottato si propone infatti di aumentare la comprensione del fenomeno tsunami e delle allerte, per migliorare la preparedness di individui e comunità. La strategia si articola a partire da un’analisi dei bisogni e delle conoscenze effettive dei vari pubblici e delle potenziali funzionalità dei vari canali di comunicazione (media tradizionali, media grassroot , social media ) con l’obiettivo di migliorare la continuità e la coerenza dei messaggi nel tempo, contrastare le rappresentazioni stereotipate del fenomeno e sostenere efficacemente le azioni di capacity building . Una particolare attenzione verrà posta ai problemi legati al carattere provvisorio e incerto della conoscenza scientifica su questo tipo di fenomeni e alle implicazioni di questi ultimi sulle decisioni individuali e sulle policy di mitigazione del rischio. L’approccio si propone di porre in stretto rapporto la teoria e la pratica, evitando i possibili danni dovuti ad assunzioni indimostrate sulle conoscenze o sulle capacità del pubblico, a messaggi non sufficientemente testati e all’utilizzo di quadri teorici non adeguati.

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