GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale

GNGTS 2017 S essione 2.3 513 La vulnerabilità dimenticata: uno strumento operativo per delineare priorità d’intervento nella riduzione della vulnerabilità dei comuni appenninici G. Valensise 1 , G. Tarabusi 1 , E. Guidoboni 2 , G. Ferrari 1 1 INGV – Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma 2 EEDIS - Centro euro-mediterraneo di documentazione Eventi Estremi e Disastri, Spoleto La forte differenza nella risposta sismica di Amatrice e di Norcia a seguito del terremoto del 24 agosto 2016 ha motivato una ricerca che abbiamo condotto negli scorsi mesi e che è stata recentemente pubblicata (Valensise et al. , 2017). Le due località sorgono quasi alla stessa distanza dalla faglia che ha generato quel terremoto e gli accelerogrammi della scossa registrati in due stazioni poste proprio nei due centri abitati mostrano che il livello dello scuotimento subìto è stato confrontabile - in effetti appena più severo ad Amatrice. Indagini preliminari hanno inoltre mostrato anche che Amatrice non ha sofferto di amplificazioni locali significative. Nonostante questo, ad Amatrice per la scossa del 24 agosto (M 6.0) gli effetti sono stati dell’X- XI grado (scala Mercalli-Càncani-Sieberg), coerentemente con la devastazione pressoché totale dell’abitato, mentre a Norcia è stato riportato un VI grado. Con la scossa del 30 ottobre (M 6.5), localizzata molto vicino a Norcia, gli effetti sono saliti al grado XI per Amatrice e al grado VIII-IX per Norcia: Amatrice è praticamente scomparsa dalla carta geografica - con un tributo di oltre 220 vittime, mentre Norcia, che non ha dovuto lamentare alcuna vittima, sta lentamente tornando alla normalità (Fig. 1). Fig. 1 - Foto aeree di Amatrice (a sinistra) e Norcia (a destra), riprese all’inizio di novembre del 2016. Abbiamo ipotizzato che questa forte differenza nella risposta sismica di queste due località- simbolo dei terremoti del 2016 fosse da imputare a una elevatissima vulnerabilità del costruito ad Amatrice, a cui si contrappone una vulnerabilità molto bassa per gli edifici di Norcia, inclusi quelli storici (a esclusione delle chiese e della Basilica di San Benedetto, la cui storia e vulnerabilità va considerata in dettaglio). Per comprendere meglio queste diverse realtà abbiamo analizzato accuratamente la storia sismica delle due località, giungendo alla conclusione che ciò che ha salvato le case di Norcia è stata la sua “familiarità” con i forti scuotimenti, ossia con risentimenti di VIII grado e superiore, che impongono la ricostruzione totale o parziale di quasi tutti gli edifici. Questa esperienza è invece mancata ad Amatrice. Dopo il devastante terremoto del 1703 – un cluster di tre forti terremoti, che rappresenta l’anno zero per entrambe le località – Norcia ha subìto diversi terremoti distruttivi, fino a quello del 1979, ognuno dei quali ha reso necessari una ricostruzione o un irrobustimento degli edifici. Questo non è avvenuto ad Amatrice, che dal 1703, ovvero in un arco di oltre tre secoli, ha subìto solo terremoti minori. Ci siamo quindi chiesti: quante altre “Amatrice” esistono in Italia? È possibile valutare la situazione con un metodo chiaro e oggettivo, utilizzando i molti dati che la comunità scientifica

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