GNGTS 2017 - 36° Convegno Nazionale
608 GNGTS 2017 S essione 3.2 m) rispetto ai Rilievi dell’Astigiano (130-330 m) (Fig. 1A) (Gattiglio et al. , 2015). Lo studio ha consentito di elaborare un modello geologico-strutturale e idrogeologico concettuale (Fig. 1B) e di trasporto di calore per avvezione, oltre che ricavare utili informazioni quantitative sulla velocità del flusso di fluidi nell’area interessata da questa dislocazione tettonica. Assetto geologico-strutturale. Nell’area in cui è ubicato il piezometro la successione stratigrafica è rappresentata dal basso verso l’alto da sedimenti evaporitici con una copertura rappresentata da gessi risedimentati passanti a sedimenti argilloso-marnosi continentali riferibili alle facies di “lago-mare” (Irace, 2004), sui quali poggiano sedimenti argillosi, connessi a un ambiente marino (indicati come Argille Azzurre in Dela Pierre et al. , 2003), riferibili allo Zancleano. In tale contesto si sviluppa la Zona di Deformazione del T. Traversola (Gattiglio et al. , 2015) con associate strutture fragili minori, che sarebbe responsabile della deformazione dell’intera successione. Morfologicamente la ZDTT corrisponde a un’evidente scarpata, con un’altezza di un centinaio di metri, ad andamento rettilineo e lunghezza di circa 30 km, che coinvolge prevalentemente la successione villafranchiana (Forno et al. , 2015). Recenti studi morfologici, stratigrafici, micro-paleontologici, strutturali e geofisici hanno meglio evidenziato come la ZDTT sia strutturalmente organizzata in numerose faglie subverticali ad andamento N- S, caratterizzate essenzialmente da trascorrenza destra. L’estremità settentrionale della struttura, dove è ubicata la cava di Moncucco Torinese (Fig. 1A), coinvolge i sedimenti Messiniani (Fig. 1B). Interpretazione del profilo termico. Il piezometro attraversa 66 m di marne e limi argillosi sovrastanti un corpo di gessi fratturati con spessore di circa 100 m per svilupparsi poi fino alla profondità di 178 m. Le misure di temperatura sono state eseguite ogni 2 m a partire dalla profondità di 50 m, dove si colloca il livello della falda, fino a raggiungere i 100 m, profondità massima raggiungibile dalla sonda dotata di una termoresistenza al platino (Pt100) con una sensibilità di 0.01 °C (Pasquale et al. , 2017). Il profilo di temperatura mostra un gradiente termico quasi nullo nella parte più superficiale, fino al contatto tra le marne e i gessi, poi il gradiente assume un andamento lineare con un valore di circa 16 mK m -1 fino alla profondità di circa 80 m (Fig. 2A). Sotto questa profondità, fino a circa 100 m il profilo di temperatura mostra un’evidente concavità allontanandosi dall’andamento lineare, indicativa di una circolazione d’acqua più calda in risalita lungo la zona di frattura. Questa anomalia termica è stata interpretata come indicativa di una circolazione d’acqua con maggiore temperatura in risalita lungo una frattura riferibile alla ZDTT (Fig. 1B). Si può ipotizzare che il sistema di faglie, estendendosi in profondità, entri in contatto con un acquifero profondo contenente acque sotterranee leggermente più calde. Per ricavare informazioni quantitative sulla velocità del flusso d’acqua all’interno della zona fratturata, è stata utilizzata la soluzione analitica proposta da Ge (1998) (Fig. 2C e D) : (1) dove z è la profondità, L è lo spessore della zona fratturata lungo la direzione verticale, T t e T b sono le temperature alla superficie e alla base della zona fratturata, rispettivamente. La quantità δ è data dal prodotto tra sen(ω) e α, dove ω è l’inclinazione media della zona di frattura rispetto al piano orizzontale e α =( ρcνL )/ k è il numero di Peclét, con ν velocità media del fluido lungo la direzione di frattura, ρ la densità dell’acqua e c il calore specifico. Questo modello si basa su un certo numero di assunzioni, tra cui le più importanti sono: i) conducibilità termica uniforme; ii) propagazione del calore conduttivo e convettivo in regime stazionario; iii) rocce idraulicamente e termicamente omogenee e isotrope, eccetto nella zona di frattura dove la permeabilità della frattura può significativamente incrementare; iv), il trasferimento di calore convettivo sia lungo la direzione principale della zona di frattura; v) il trasferimento di calore convettivo avvenga lungo la direzione principale della zona di frattura; vi) il calore convettivo che si propaga lungo la zona di frattura sia localizzato nello spazio e non alteri
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